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A cosa serve l’Unità a Renzi

Ormai è certo: il 30 giugno l’Unità tornerà in edicola. L’editore non è più Veneziani ma il gruppo edilizio Pessina che detiene l’80% del pacchetto azionario. Il 20% è della Fondazione Eyu (Europa-Youdem-Unità), cioè del Pd. L’Unità avrà anche un sito che dovrebbe essere una specie di Unità-tv, una trentina di redattori torneranno a lavorare. Direttore sarà Vladimiro Frulletti, un cronista fiorentino che seguiva le vicende politiche e amministrative di Firenze quando Renzi era alla Provincia e al Comune, e successivamente entrato nella redazione romana quando Renzi è arrivato a Palazzo Chigi. Non conosco Frulletti ma capisco perché è stato scelto, e gli faccio tanti auguri di buon lavoro.

Un punto, però, non è chiaro ma essenziale: che tipo di giornale sarà l’Unità che avrà ancora nella testata il nome di Gramsci? La questione, a mio avviso, si pone con più forza soprattutto in questo momento politico, dopo le recenti elezioni amministrative e le dichiarazioni dello stesso segretario del Pd che archivia il “Renzi 2” e torna al “Renzi 1”. Da quel che si capisce, dovrebbe archiviare pure il Pd così com’è, con il personale politico che lo esprime nelle Regioni e nei Comuni e fare un partito renziano omogeneo e di ferro. Dopo le elezioni il direttore del Corriere della Sera, e quello di Repubblica hanno scritto che Renzi dovrebbe fare il “suo” partito e il “suo” gruppo dirigente ma, attenzione, un partito non si fa con un decreto legge. Un partito s’innesta in una tradizione politico-culturale innovandola rispetto ai mutamenti che intervengono nella società. E delinea non solo un programma di governo ma valori su cui chiama parte della società ad impegnarsi sul terreno politico culturale e organizzativo. Si tratta di un lavoro che dovrebbe coinvolgere tante persone in un impegno di lunga lena e che può avere successo soltanto se corrisponde a interessi, sensibilità e stimoli che vengono dalla società.

Se questo fosse l’obiettivo, un quotidiano avrebbe certo un ruolo straordinario. Ma a me sembra (spero di sbagliarmi), che queste ambizioni non si trovino nel DNA di Renzi il quale ha altre doti e credo che questo non sia il vero obiettivo sul quale voglia impegnarsi.

E, allora, il quotidiano cartaceo e online che si chiama L’Unità a cosa serve? Solo a fiancheggiare l’opera di Renzi e di governo? Se è così non credo che avrà un grande avvenire. Vedo che il mio amico e compagno Sergio Staino sarà una colonna del quotidiano preparando due pagine. Ma sarà Staino con la sua satira a dare una identità al giornale? A me pare che tutto ciò nasca su una base politica incerta ed equivoca. Torno a sperare di sbagliarmi e comunque tanti auguri alla redazione.


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