I grandi della Terra riuniti in Germania hanno trovato un accordo per accelerare e concludere “entro la fine dell’anno” l’iter negoziale per giungere all’accordo di libero scambio tra Ue e Usa, il Ttip. L’intento è contenuto in un passaggio della bozza del documento finale del vertice, che precede l’appuntamento del 10 giugno, quando il Parlamento di Strasburgo voterà – con una posizione tutt’altro che unitaria – la risoluzione con le indicazioni alla Commissione europea relative al trattato.
IL RAPPORTO LANGE
Entrando nel dettaglio – ha spiegato in un intervento pubblicato su Formiche.net l’europarlamentare del Pd, Alessia Mosca – il 28 maggio scorso la Commissione Commercio internazionale (Inta) del Parlamento europeo ha approvato, con 28 voti a favore e 13 contrari, il progetto di relazione sul Ttip, di cui è relatore Bernd Lange (S&D, Germania). Con questa risoluzione il Parlamento, che – come detto – sarà chiamato a votare in sessione plenaria mercoledì, fornisce delle indicazioni sul proseguimento dei negoziati: cosa, per l’assemblea eletta dai cittadini europei, è auspicabile e cosa è considerato inaccettabile.
IL NODO ISDS
In particolare, ha spiegato l’eurodeputata, ad essere dibattuto è il cosiddetto Isds (sistema di risoluzione delle controversie tra Stato e Investitore), descritto come un “tribunale privato” che “risale al periodo post-coloniale” e che presenterebbe “numerose falle dal punto di vista della trasparenza e della garanzia democratica del sistema“, anche se, secondo la Mosca, “si tratta di uno strumento presente nella stragrande maggioranza degli accordi commerciali tutt’oggi negoziati e firmati ed è per questo che la decisione sulla sua esclusione o il suo inserimento è stata, da subito, la leva su cui – da diverse parti e con diverse motivazioni – in molti hanno insistito, spesso nel tentativo di far saltare l’intero accordo“.
IL DIBATTITO
Tra questi, rivela EuNews, “sono i socialisti inglesi, belgi, francesi, olandesi e austriaci i più ferventi sostenitori dell’emendamento anti-Isds, gli spagnoli sono spaccati in due e anche tedeschi e irlandesi divisi. Favorevoli al compromesso già votato in commissione i Paesi dell’Est, romeni in testa“. Anche tra gli anti Isds, però, le idee sono diverse. “L’emendamento Lange-Martin è infatti un emendamento piuttosto morbido, in cui si inserisce una frase chiara contro gli arbitrati privati, ma si afferma chiaramente che un tribunale terzo (riformato e con un nome diverso dall’attuale) deve essere istituito per risolvere le dispute tra investitori stranieri e Stato, e che insomma non bastano i tribunali nazionali“, sottolinea il sito web. Che continua: “Una formula che chiuda del tutto agli arbitrati “non sarebbe gradita” ai popolari che non la voterebbero, spiega l’europarlamentare Ncd Giovanni La Via secondo cui “non si può abbandonare la linea dettata dalla commissaria Cecilia Malmström, e un tribunale, seppur fortemente riformato, che tuteli le imprese nel rispetto del diritto nazionale ci deve essere”. “Poi – concede l’eurodeputato – lo si chiami pure in modo diverso, questo lo accettiamo, come dire chiamiamo la Corte d’appello Corte del ricorso. Ma la sostanza deve rimanere”, aggiunge la testata. Vi è poi chi “come la britannica Jude Kirton-Darling, insieme a Verdi, Sinistra Unita Gue e Movimento 5 Stelle, spinge per un emendamento più radicale in cui si affermi a chiare lettere che bisogna “opporsi all’inclusione del meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori e Stati (Isds) nel Ttip, giacché sono disponibili altre opzioni per l’applicazione della tutela degli investimenti, come ad esempio le vie di ricorso nazionali”, conclude EuNews.
IL BOTTA E RISPOSTA
E mentre in Italia tanto Confindustria quanto il governo (con il vice ministro del Mise, Carlo Calenda) sono convinti dei benefici che il Ttip avrà sull’export delle Pmi italiane, il tema, è approdato anche sui lidi meno accoglienti dello scontro interno alla maggioranza italiana, dando vita anche a una polemica condotta a colpi di cinguettii. Oggi su Twitter il deputato “dissidente” della sinistra Pd, l’ex sottosegretario all’Economia del governo Letta, Stefano Fassina, ha criticato la posizione del governo sul dossier: “Il G7 da ok a Ttip, trattato che colpisce lavoratori e piccole imprese europee. Come per Grecia, Hollande e Renzi sempre dietro alla Merkel“. È seguita la replica del collega renziano Ernesto Carbone, che ha risposto senza giri di parole: “Ma ti stai riferendo al Ttip o ti sei confuso col tip tap? Ti consiglio di rivedere quanto vale l’export per noi“. Segue l’hashtag #cambiaballo.