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Guardie, ladri e mucche. Cosa penso di Cloaca Capitale

‘’Rassegno le dimissioni da parlamentare, ma non dalla politica, perché dalla politica non ci si dimette’’. E’ quanto ha dichiarato Enrico Letta dopo aver sottoscritto ed inviato alla Presidente della Camera Laura Boldrini la lettera con la quale l’ex premier ha restituito il mandato ricevuto dagli elettori. Molto strano. Avevamo capito che dalla politica (almeno da quella vera) si erano dimessi tutti.

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Sono comprensibili i motivi per cui i parlamentari del M5S seguano con favore le vicende di Alexis Tsipras e di Syriza. Straccioni con gli straccioni, populisti con i populisti, demagoghi con i demagoghi, bugiardi con i bugiardi. Peracottari con i peracottari. Invitiamo però i ‘’grillini’’ a prendere nota di una dichiarazione del ministro degli Affari sociali greco a proposito del reddito minimo: ‘’Roba da Africa’’.

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Si chiama Sofia Gallo. E’, da 10 anni, la dirigente scolastica (guai a chiamarla preside) del Liceo classico Luigi Galvani, l’istituto più prestigioso di Bologna, con ben 1.670 studenti e 150 insegnanti (prendete nota: un docente per poco più di 10 studenti). Grazie all’impegno e alla capacità di convinzione della prof.ssa Gallo il blocco degli scrutini è durato solo due giorni, poi  tutto è rientrato nella regolarità. Chapeau. Presidente Mattarella, sveglia! Non crede opportuno riconoscere a questa brava civil servant almeno una commenda? Basta ripetere il solito luogo comune della corruzione come se in Italia non esistesse altro.

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Da bambino nell’immediato dopoguerra trascorrevo i pomeriggi della domenica, con i ragazzi del quartiere (allora eravamo in tanti!), nel cinema parrocchiale sottocasa. Entravamo quando ci pareva (dopo aver fatto scorta di liquirizia e di lupini) e restavamo fino all’ora di cena.  Secondo noi, aver pagato il biglietto dava diritto di vedere almeno due volte il film. Ricordo che il mio amico Andrea arrivava prima di me, mi teneva occupato il posto vicino al suo e quando mi sedevo, a film incominciato, mi introduceva rapidamente nel tema del ‘’poliziesco’’ americano di turno: ‘’E’ un film di guardie e ladri’’. Ed aggiungeva solitamente: ‘’Io tengo per i ladri’’. Al che io – legalitario fin da piccolo – rispondevo accigliato: ‘’Ed io per le guardie’’. Così ci sembrava di essere coinvolti nella storia e di goderci meglio la proiezione, anche se, alla fine, era sempre la mia ‘’parte in commedia’’ ad avere la meglio, perché il bene vinceva sempre sul male. Legalitario lo sono sempre stato anche in seguito (nonostante che il bene, strada facendo, abbia incontrato tanti guai). Da anziano, assistendo all’attività persecutoria e prevaricatoria delle procure, confesso, invece a malincuore, che comincio a tifare per i ‘’ladri’’, troppo spesso solo presunti.

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