Il rampantismo giovanile in politica rende, se sostenuto da forza culturale collegata ad una visione etica, funzionale al miglioramento dello status della comunità in cui si agisce, cercando con la propria opera di accrescere il bene comune. Se invece è solo l’affermazione del sé si rischia di rimanere travolti nelle sabbie mobili, con quasi certezza di morte. Il pensiero del nostro direttore di Formiche.net, Michele Arnese, sulla situazione creatasi al governo con Renzi, prigioniero della sua voglia ipertrofica di potere e delle sue vacuità, è da condividere. E’ la certificazione che non si ha chiara la condizione di difficoltà in cui è il paese, tralasciando di fare sintesi e i protocolli per rispondervi con adeguatezza. Non deve essere governata la propria “compagnia di giro”, ma l’Italia e i suoi cittadini con i gravissimi problemi che ci sono: dall’occupazione al fisco, dalla casa alla scuola, dalla sanità e trasporti alla questione tanto incalzante della sicurezza e dell’immigrazione.
Il già sindaco di Firenze arrivò a Palazzo Chigi sbrigativamente, agevolato da una certa informazione legata a gruppi di potere nazionali e stranieri, interessati forse più ad avere al governo un amico acquiescente e ubbidiente che non un capo di governo vero, e da un Napolitano stanco e confuso, che lo preferì a Enrico Letta. Molti pensavano che facesse miracoli, ma per farli ci vogliono i santi e Renzi non lo è. Infatti, come sta accadendo, l’insufficienza sta venendo a galla giorno dopo giorno col carattere della confusione evidente, a dimostrazione che si naviga a vista, privi di una linea di orizzonte, in ordine ai problemi economici a quelli sociali e a quelli di politica estera, (addirittura ci si è dimenticati che ci sono ancora i due Marò a marcire in India). I ministri di Difesa e Esteri dove sono, esistono o sono fantasmi?
Sottolineare che le nomine alla Cassa depositi e prestiti, la riforma della scuola, i casi Marino a Roma e De Luca in Campania sono caratterizzati da mancanza assoluta di orientamento è verissimo. Significa che non esiste un’azione coerente di governo. La telenovela messa in scena sulla scuola è la celebrazione dell’apoteosi dell’incapacità politica del “fu già rottamatore”. Fare come il gambero, minacciando prima, dialogando poi e ritornare ancora a intimidire gli oppositori su una questione tanto delicata e decisiva come la scuola sta evidenziando che Renzi non ha una proposta concreta di cosa dovrà cambiare nella scuola. E allora, quando non si hanno idee meglio tacere. La logorrea dell’imbonitore funziona fino ad un certo punto, ma poi la gente capisce e ti prende a ortaggi marci. Lo showdown è iniziato, siamo alla resa dei conti, ormai si percepisce con chiarezza che Renzi è estremamente debole e si regge solo perché c’è un parlamento, quasi illegittimo, che lo sostiene temendo, una volta finita la “festa”, di ritornare a casa definitivamente. L’importante, adesso, è saper guidare con intelligenza e rapidità la successione.