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Renzi, Buona Scuola e Pessimi Slogan

Alla fine il governo ha dunque posto la questione di fiducia al Senato sulla Buona Scuola. O meglio sul maxi emendamento dei relatori sul disegno di legge dell’esecutivo sulla scuola che ha avuto 159 sì e 112 no.

Forse è eccessivo definirla Riforma. Meglio cambiamento, piccole modifiche, e l’assunzione di 100 mila precari. C’è una spruzzata di maggiore autonomia, ci sono le premesse per una valutazione seria dei documenti, qualche potere in più per i dirigenti scolastici. Insomma, cose di buon senso. E Area Popolare ha avuto rassicurazioni su una parte del maxi emendamento: “E’ stato escluso che qualsiasi riferimento alla teoria del gender possa essere oggetto di attività scolastiche extracurriculari”, ha detto Gaetano Quagliariello. Ma tutto sarà affidato a una circolare ministeriale esplicativa, se si comprende bene.

La questione di fiducia, comunque, smantella i recenti annunci di Matteo Renzi su una conferenza nazionale ai primi di luglio per ascoltare ancora le proposte di insegnanti e studenti. Un tentativo in extremis di non perdere altro terreno fra i dipendenti della scuola, che hanno già punito il Pd e Renzi nelle recenti elezioni amministrative.

Tutto bene dunque per il premier con questo sussulto decisionistico? Chissà. La Cgil con Susanna Camusso già sbuffa: “Voto di fiducia? Pessima notizia per la scuola italiana”. La Lega di Matteo Salvini ha issato questo striscione: “Difendiamo i nostri bambini dalla scuola di Satana”. A dimostrazione di quanto i proclami protestatari siano tanto facili quanto esili programmaticamente per una forza che punta prossimamente a governare in nome del centrodestra.

Ma quello che non va sottovalutato sono gli slogan del Movimento 5 stelle che in Aula ha parlato di “scuola pubblica uccisa dal governo”, con tanto di lumini cimiteriali. Ovviamente non è vero quanto affermano i grillini, ma è quello che da tempo si legge pure su alcune bacheche di scuole italiane in cui finti annunci funebri scritti da sindacati e sindacatini stimmatizzavano proprio che “Renzi sta uccidendo la scuola pubblica”.

Questa retorica demagogica che prescinde dalla realtà, e che ora si concentra sul Partito democratico, deve far riflettere gli stessi democrat che, in passato, con governi di altri colori politici, e con altri ministri, ricorrevano alle stesse critiche ora grillesche e del sindacalismo più frusto.

E’ proprio vero: chi semina vento, prima o poi, raccoglie tempesta.

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