Quello delle start-up innovative in campo energetico è un settore in fermento. Ma nel settore della mobilità sostenibile l’Italia produce ancora un numero molto contenuto di brevetti che si concentrano esclusivamente in quattro Regioni.
Ad affrontare questi temi è Innov-E, l’Osservatorio sull’Innovazione Energetica di I-Com (Istituto per la Competitività), che è stato presentato oggi a Roma alla presenza dei principali operatori del mercato energetico, delle associazioni dei consumatori e delle istituzioni. Hanno partecipato al convegno di presentazione Guido Bortoni, presidente Autorità Energia Elettrica Gas e Sistema Idrico, Federico Testa (Enea) e Silvia Velo (Sottosegretario Ambiente). L’edizione 2015 del rapporto è curata da Antonio Sileo, direttore dell’Osservatorio Innov-E, ed è realizzata con la collaborazione di Axpo, Cesi, Edison, ENEL, Engie, E.On, Innowatio e Terna.
LE START-UP ENERGETICHE
Secondo i dati di I-Com a maggio 2015, le start-up energetiche in Italia erano 444, pari all’11,4% delle start-up totali, mentre nel 2014 erano 368.
La maggior parte di esse si trova nel Nord Italia (59%), percentuale dovuta – si legge nel rapporto – anche a un contesto economico più favorevole e alla larga presenza di università e centri di ricerca. Il 22% è invece ubicato in Centro Italia e il 19% al Sud. Al Sud primeggia la Campania, con 228 start up, mentre la Lombardia è al primo posto della classifica generale con 850. Segue l’Emilia Romagna con 467 unità. L’ambito di attività più diffuso è quello dei servizi: l’88% (392 start-up) si occupa di ricerca scientifica e sviluppo.
Il tasso di natalità ha registrato picchi fino al 40% per le start-up energetiche attive in ambito industriale. Il settore dei servizi, più popolato in termini assoluti, vede invece la natalità al 20% circa. Mentre il Sud presenta una natalità crescente nel tempo: 23,2% nel 2015 vs 16,4% nel 2014, è il Centro a presentare la natalità più elevata: 30,6% nel 2015 (2,5% nel 2014).
Ai tassi di natalità consistenti si affiancano però quelli di mortalità: secondo lo studio di I-Com a maggio 2015 il tasso di mortalità si attestava su un 7,5% (9% per le altre startup).
L’aspetto più critico che esiste per tutte le start-up, ma appare ancor più pronunciato per quelle energetiche, riguarda la dimensione: “Solo il 30% delle aziende che hanno presentato il bilancio dichiara un fatturato superiore a 100.000 euro – si legge nello studio dell’Osservatorio di I-Com – e solo il 2% ha più di 10 addetti (per l’insieme di tutte le start up questo dato è pari al 4%)”.
I BREVETTI NEL SETTORE DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE
L’analisi di I-Com dei dati più aggiornati sui brevetti nel campo della mobilità sostenibile mostra che l’Italia produce un numero di brevetti molto contenuto, rispetto agli altri paesi (22 nel 2013).
Le tecnologie più presenti nell’edizione 2015 del rapporto sono l’energy storage (10 brevetti) e veicoli ibridi (8), mentre settori come fuel cell e idrogeno non raccolgono alcun brevetto.
Nella classifica generale 2013 l’Italia si classifica ottava, dopo la Cina. In cima alla classifica c’è il Giappone (2.799), seguito da USA (1.726) e Germania (1.515). Anche a livello mondiale – si legge sul rapporto – è l’energy storage a presentare il maggior numero di richieste di brevetto (6.637 nel 2013).
I dati provvisori 2014 riportati di I-Com segnano per l’Italia un’inversione di tendenza rispetto al 2013, con il sorpasso dei brevetti per i veicoli ibridi (60%) sull’energy storage (40%), settore che catalizzava nel 2013 il 45% delle attività innovative.
L’analisi mette in risalto che nel 2014 l’attività brevettuale italiana si è concentrata in sole 4 regioni: Emilia Romagna (33%, con focus su energy storage), Lombardia (33%), Piemonte (17%, con focus su veicoli ibridi) e Toscana (17%).