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Tutte le colpe (non italiane) su profughi e Libia

Non è corretto, come fa la Trimurti dei governatori di centro destra, sottrarsi al dovere dell’accoglienza dei profughi sbandierando i dati della popolazione straniera residente nelle loro regioni. Non ha senso infatti considerare allo stesso modo – come se si trattasse del medesimo fenomeno sociale – una componente essenziale di quei mercati del lavoro (senza la quale ‘’non girerebbero le macchine’’ nelle officine) e i ‘’dannati della terra’’ che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla fame e dalle angherie. Questi ultimi creano dei problemi di difficile soluzione, attraversando il Mediterraneo, e venendo da noi. I primi ne creerebbero di gravissimi se, dalla sera alla mattina, decidessero, per incanto, di rimpatriare.

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In fondo i guai di oggi ce li siamo andati a  cercare. Sono state le potenze occidentali a destabilizzare i Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo. Fin che c’erano Saddam Hussein e Gheddafi la situazione era sottocontrollo. In Egitto è dovuto intervenire l’Esercito. Magari, se si potesse tornare indietro di qualche decennio, forse saluteremmo come un fatto positivo anche l’invasione sovietica dell’Afganistan. Gli statisti che ci hanno infilato in questo cul de sac dovrebbero essere processati dal Tribunale dell’Aja.

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