L’Ucraina sente sul collo il fiato dell’Orso russo e inizia ad aver paura. Più di 9mila soldati russi si troverebbero sul territorio ucraino, ha avvertito ieri il presidente del Paese, Petro Poroshenko, lanciando l’allarme su una nuova possibile escalation di violenza e sulla possibilità di un’invasione russa.
RISCHIO INVASIONE
“A causa della presenza dei gruppi terroristici filo-russi persiste una minaccia enorme della ripresa delle ostilità su larga scala“, ha sottolineato il capo di Stato di Kiev, ricordando come la concentrazione di militari russi al confine sia “aumentata di una volta e mezzo rispetto a un anno fa“. La cosiddetta “Rosvoyentorg” – il fornitore ufficiale del ministero della Difesa russo – sta continuando a rifornire non solo di munizioni, cibo e carburante ma anche “di nuove armi e hardware militare“, ha aggiunto Poroshenko. E d’altronde – nota Vox – le truppe e i carri armati russi vennero fotografati mentre invadevano non ufficialmente l’Ucraina orientale già nel mese di agosto, per sostenere i separatisti filo-russi che stavano rapidamente perdendo terreno contro l’esercito regolare ucraino.
VERSO NUOVE SANZIONI?
Messaggi e paure condivisi da Bruxelles, che teme ulteriori tensioni e sarebbe intenzionata a rinnovare le sanzioni a Mosca, in scadenza nel mese di luglio. Secondo il portavoce della commissione europea, Maja Kocijancic, i combattimenti delle ultime 48 ore nell’Est dell’Ucraina rappresentano la violazione più grave del cessate il fuoco degli accordi di Minsk firmati a febbraio, e seguono i trasferimenti “di grandi quantità di armi pesanti verso la linea di contatto” da parte dei separatisti.
LA VERSIONE DI MOSCA
Per Mosca, che respinge le accuse, la fragile tregua in Ucraina è invece “costantemente minacciata” a causa dell’atteggiamento ucraino: “Gli accordi di Minsk del 12 febbraio – ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov – sono sotto costante minaccia di violazione a causa delle azioni di Kiev che sta cercando di non rispettare i propri impegni a dialogare con le autorità del Donbass“.
L’OMBRA DELLA NATO
Ma a preoccupare il Cremlino è forse un’altra eventualità, annunciata ieri sempre da Poroshenko: l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. L’adesione di Kiev all’Alleanza Atlantica viene vista come il fumo negli occhi e sarà decisa in ultima analisi dagli ucraini stessi con un referendum. Un’eventualità che preoccupa la Federazione, perché la maskirovka di Vladimir Putin pare non aver avuto presa sulla popolazione di Kiev, anzi. Secondo alcuni sondaggi per la prima volta il fronte del sì è maggiore di quello del no, ha sottolineato il presidente ucraino, aggiungendo che, però, molti partner occidentali non sono preparati ad aprire le porte della Nato all’Ucraina in questo momento.
RIUNIONE ALL’ONU
Sarà oggi il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, impegnato in una riunione d’urgenza, a discutere del ritorno delle violenze in Ucraina. L’incontro è stato chiesto dalla Lituania, che con gli altri Paesi Baltici e la Polonia chiede proprio un rafforzamento delle misure protettive dell’Alleanza Atlantica. Ma per il momento la Nato sceglie una linea ferma ma tenue, osservando con attenzione senza alzare i toni. “La Russia è diventata più aggressiva”, ha rimarcato nei giorni scorsi il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, “ma non è una minaccia per l’Alleanza atlantica nel breve termine. Stiamo però assistendo”, ha proseguito, “a un aumento della tensione e dell’insicurezza” a causa di una Russia pesantemente rimilitarizzata, intenzionata a ridisegnare i confini dell’Europa, a cominciare dall’annessione unilaterale della Crimea. La Nato, ha però concluso, punta a cooperare con Mosca; “questo”, ha detto, “gioverebbe alla Nato e alla Russia”.