La prima volta che fotografai Mario D’Urso fu 45 anni fa. La barca dell’avvocato Agnelli era ormeggiata a Porto Santo Stefano. Con addosso un costume in stile fantozziano, D’Urso fece un baciamano a Margaret d’Inghilterra. Da allora in poi, a qualsiasi avvenimento mondano, lui arrivava sempre a fianco di Agnelli. Era molto giovane, aveva trent’anni, ma si vedeva che era di famiglia. Per un certo periodo è stato anche senatore, sottosegretario con Susanna Agnelli.
Aveva uno stile particolare, sapeva vivere, aveva modi aggraziati, eleganti, era educato con i potenti. Un po’ prepotente con il resto della gente. Era una persona simpatica… se non beveva. Negli ultimi tempi era un po’ giù e un po’ attaccabrighe a causa della malattia, forse.
Ha dimostrato da subito questa volontà di apparire assieme ai potenti. Con Kissinger, con Patricia la sorella di Kennedy, con i reali inglesi. Era uno che se non lo fotografavi si offendeva. Quelli che noi nell’ambiente chiamiamo “morti di fama”, ovvero bisognosi di apparire.
Era sempre a fianco del potente di turno: Agnelli, Dini, Bertinotti. A un certo punto ha iniziato a fare l’accompagnatore della moglie di Bertinotti, Lella. Da quel momento ha in pratica distrutto il comunismo italiano, perché portando i coniugi Bertinotti alle feste del jet set ha contribuito a distruggere l’immagine di Bertinotti come leader del mondo operaio.
D’Urso rappresentava una sorta di passaggio tra la Dolce vita e il Cafonal. Quando facemmo il secondo libro con Dagospia, volevamo mettere in copertina proprio una sua foto, ma smosse mari e monti per non farla pubblicare. Il suo hobby preferito era il ballo. Organizzava un concorso e puntualmente lo vinceva.
Celebri le sue feste a Campagnano, dove aveva una villa stupenda in collina. Vicino c’era un convento. Prima si teneva una messa con i potenti politici. Poi arrivavano banchieri, industriali, direttori dei grandi giornali per la festa vera e propria. La gente arrivava addirittura in elicottero. Anche se le sue feste erano belle, erano povere di cibo: solo penne all’arrabbiata, porchetta, pasta e fagioli e carciofi fritti. Di solito in questo tipo di party non si bada a spese, ma lui era un po’ tirchio probabilmente.
D’Urso sarebbe potuto essere il protagonista perfetto de La Grande Bellezza di Sorrentino, il vero Gambardella.
Ciao Mario