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Che succede a Sorin e Cyberonics

Seduta pesante per Sorin in Borsa sulla scia della notizia che l’Avvocato dello Stato di Milano ha chiesto di fermare l’operazione di integrazione con Cyberonics. Intorno alle 15,40 Sorin cedeva il 5,11%, dimezzando di fatto il ribasso toccato stamani di oltre il 12% a 2,63 euro, con scambi superiori ai 6,2 milioni di pezzi circa, rispetto a un milione di pezzi della media giornaliera degli ultimi 30 giorni.

COME NASCE L’INIZIATIVA DELL’AVVOCATURA DELLO STATO

Quella fusione internazionale punta a “salvare” Sorin dalle responsabilità contestate alla sua ex controllante Snia per l’inquinamento ambientale dei siti produttivi di Brescia, Torviscosa (Udine) e Colleferro (Roma). Lo pensano le amministrazioni pubbliche che hanno dato mandato all’avvocatura di Stato di fare opposizione all’integrazione tra la società medicale Sorin, quotata a Piazza Affari, e la statunitense Cyberonics. L’atto è stato notificato lo scorso 24 luglio a Sorin.

COSA DICE LA SOCIETA’ E COSA CHIEDE IL MINISTERO

La società in una nota spiega: “L’Avvocato dello Stato asserisce che l’operazione avrebbe lo scopo di allontanare Sorin da potenziali asserite responsabilità relative ad una controversia in materia ambientale, tuttora in corso, nei confronti di Snia S.p.A, precedentemente capogruppo di Sorin”.

Il ministero dell’Ambiente nel 2013 ha chiesto 3,4 miliardi di euro a copertura dei danni ambientali e dei costi di bonifica dei siti inquinati dell’azienda chimica Snia, in amministrazione straordinaria dal 2010. Sette anni prima la Hopa di Emilio Gnutti aveva acquisito la maggioranza della società per poi, nel 2003, separare le attività nel settore chimico da quelle nel biomedicale, conferite appunto a Sorin. Su quella scissione è stata aperta, nei confronti degli ex amministratori un’inchiesta per bancarotta, sfociata a febbraio nel rinvio a giudizio di Gnutti, Umberto Rosa, Carlo Callieri, Leonardo Bossini, Giorgio Cirla, Maurizio Dallocchio e Mauro Gambaro per concorso in bancarotta per distrazione e attraverso operazioni dolose.

LA FUSIONE ITALO-AMERICANA

Sorin e Cyberonics hanno annunciato lo scorso 26 febbraio il via libera da parte dei rispettivi consigli di amministrazione di un’integrazione che porterà alla nascita di una nuova società LivaNova. Ora sostengono che l’atto dell’avvocatura dimostra “incomprensione sostanziale della struttura e degli obiettivi dell’operazione, nonché della regolamentazione italiana ed europea applicabile a questo tipo di operazioni”. Per questo motivo intendono “opporsi fermamente”.

LO SCENARIO POST FUSIONE

Il gruppo post fusione (come ricostruito da Formiche.net) avrà ricavi pari 1,3 miliardi di dollari, sarà presente in 100 paesi, conterà circa 4.500 dipendenti e avrà una sede operativa in Italia, una in Francia e una negli Usa.

A guidare la nuova società ci sarà Andre-Michel Ballester, attuale amministratore delegato di Sorin, mentre l’Ad di Cyberonics, Dan Moore, sarà nominato presidente esecutivo.

Al termine dell’operazione gli azionisti Sorin deteranno il 46% del capitale, mentre gli azionisti Cyberonics circa il 54%. Questo “nonostante Sorin abbia un fatturato più consistente”, ha scritto il Sole 24 Ore. Come mai? “La ragione è la capitalizzazione in Borsa, maggiore nel caso di Cyberonics. A noi comunque , visto che siamo un’azienda più robusta e con flussi di cassa più consolidati, è stato riconosciuto un premio di oltre 14% rispetto alla chiusura di Borsa del 25 febbraio, che ci ha portati vicini al 50%”, ha spiegato Rosario Bifulco, presidente esecutivo di Sorin, a fine febbraio.

Mittel ed Equinox, azionisti di riferimento in Sorin con il 25,6%, post fusione deterranno circa l’11% della nuova società. Primo azionista di Cyberonics, con più dell’80% del capitale, è invece il fondo Renaissance Technologies.

LE VALUTAZIONI DI SORIN

Un portavoce del gruppo ha poi detto che la società è fiduciosa di vincere il contenzioso legale, ritenendo “priva di merito giuridico” la richiesta dell’Avvocatura dello Stato. L’azienda non si attende un impatto sostanziale sulla tempistica della fusione che è attesa entro la fine del terzo trimestre di quest’anno.

“Contesteremo questo atto con forza e chiederemo di procedere con urgenza per tutelare pienamente i nostri diritti”, fa sapere André-Michel Ballester, amministratore delegato di Sorin e ad designato di LivaNova. “Nel frattempo, il piano di integrazione delle nostre due aziende sta procedendo con successo e continuerà in tale direzione. Gli effetti dell’iniziativa dell’Avvocato dello Stato sui tempi del perfezionamento dell’Operazione non sono chiari in questo momento, tuttavia le attività di integrazione proseguiranno secondo i tempi prestabiliti, tenendo informati tutti gli stakeholders di ogni eventuale sviluppo”.

Il broker è convinto infatti – secondo quanto riporta la Reuters – che l’Avvocato dello Stato non punti tanto a impedire l’operazione quanto a usarla come strumento per arrivare a un veloce accordo economico, che Berenberg prevede comunque “modesto”.



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