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Droni, negli Usa la prima consegna commerciale approvata dalla Faa

La rivoluzione dei droni non accenna ad arrestarsi. Complici le grandi opportunità occupazionali ed economiche del settore che aspettano solo di essere liberate, gli Usa si preparano con prudenza al decollo degli aeromobili a pilotaggio remoto con finalità commerciali.

LA PRIMA CONSEGNA APPROVATA

Pochi giorni fa, la startup australiana Flirtey ha completato la prima consegna approvata dalla Federal Aviation Administration, la FAA, potente agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense incaricata di regolare e sovrintendere a ogni aspetto riguardante l’aviazione civile.

LA JOINT VENTURE CON LA NASA

Nell’occasione il piccolo Apr ha trasportato in circa tre minuti, dall’aeroporto di Lonesome Pine in una vicina clinica situata in una zona rurale della Virginia, un pacchetto di circa 4,5 chilogrammi di forniture mediche (più pesante, dunque, di quanto previsto finora da altre imprese). Ad oggi, ricorda Business Insider, le norme dell’organismo hanno vietato questo genere di voli. Stavolta però la Faa ha fatto un’eccezione, in virtù del fatto che la Flirtey ha creato con la Nasa e l’Università Virginia Tech una innovativa joint venture che si occupa proprio di offrire questo genere di servizio in parti remote e poco accessibili dello Stato.

CHI PREME PER PARTIRE

Gli usi civili dei velivoli a pilotaggio remoto sono potenzialmente estesissimi e ancora tutti da esplorare. Non mancano i problemi e gli usi pratici. In Europa, come rilevato da Formiche.net, le Autorità per la privacy europee, riunite nel Gruppo Articolo 29, hanno già adottato un parere sull’impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto per tutti gli usi civili, chiedendo maggiore attenzione a sicurezza e privacy dei cittadini. In Italia, dove il nuovo regolamento dell’Enac entrerà in vigore il prossimo 15 settembre e aggiornerà la versione del 16 settembre 2013, vengono già usati per controllare lo stato di salute dei monumenti o per il monitoraggio ambientale, come nella Terra dei Fuochi. Mentre negli Usa, il vulcanico amministratore delegato di Amazon, Jeff Bezos, aveva già annunciato a fine 2013 che tra pochi anni la sua azienda di e-commerce sarà in grado di effettuare consegne veloci dei suoi prodotti attraverso i droni. Proprio Bezos è uno degli imprenditori che preme maggiormente per un impiego degli Apr, che aprirebbero spazi per nuovi business.

I PROSSIMI PASSI

Per il momento la Faa frena e spiega che sono ancora tante le criticità da risolvere, come la scarsa autonomia di volo e paletti che circoscrivano gli spazi d’azione dei droni, velivoli a tutti gli effetti. Importanti novità, raccontano i media Usa, potrebbero arrivare dalle Isole Cayman, dove l’amministrazione locale ha dato il via libera a una prima area per voli di test priva di limitazioni e che sarà sfruttata da compagnie come Google o Dhl per fare sperimentazione. Anche la Penisola prova a fare qualcosa di simile. A maggio scorso, presso l’aeroporto di Grottaglie, in provincia di Taranto, s’è insediato il tavolo tecnico che lavora per fare dello scalo un centro d’eccellenza europeo per la ricerca e i test sugli aeromobili a pilotaggio remoto. Sempre nell’aeroporto pugliese, a conferma di un mercato in fermento, a partire da maggio 2016 e con cadenza biennale, si terrà un “Drone show”, organizzato dal Centro studi Demetra, in collaborazione con Enac e il coinvolgimento della Regione Puglia e della società Aeroporti di Puglia.



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