Grexit addio? No, è solo un arrivederci. Il summit di Bruxelles avrà salvato la faccia agli eurocrati, ma spezza le gambe agli eredi di Socrate. Sia chiaro, non è in discussione la dignità del popolo ellenico, come ha voluto sottolineare Tsipras. È invece in discussione la capacità del suo governo. Quelli che avevano visto nel referendum una brillante manovra tattica sono serviti: si è tradotta in una disfatta strategica per Syriza.
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Se c’è un debitore insolvente, c’è sempre un creditore che lo ha permesso.
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Matteo Renzi vuole un’Europa della crescita. Con le regole attuali non è possibile. Infatti la Francia del presidente Hollande, che si è autoinvestito del ruolo di gran mediatore, non le rispetta da tempo. Il nostro premier ci rifletta e, soprattutto, finalmente lo dica. A furia di fare i compiti da bravo scolaro, rischia di essere ininfluente sulla scena continentale e bocciato in patria.
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I greci danno del nazista ai tedeschi. Ma, dati alla mano, i movimenti neonazisti hanno più consensi in Grecia che in Germania.
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Il ministro Schaüble rivendica un giorno sì e l’altro pure il rispetto delle regole. Se però colpiscono gli interessi tedeschi, le regole possono essere aggirate o cambiate. Quando la Germania superò il limite del 3 per cento del deficit non fu sanzionata. Quando la cancelliera Merkel nel 2008 concesse aiuti di Stato alle sue banche (vietati) fu fatta un’altra eccezione. Per non parlare della regola che impedisce di accumulare un avanzo commerciale troppo elevato (violato da molti anni nella terra teutonica). Insomma, per alcuni esistono le regole del gioco, per altri esiste il gioco delle regole.
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Tsipras ha avuto il torto, nei mesi scorsi, di non tagliare subito e con coraggio con il suo passato, fatto di élite corrotte, spendaccione e truffaldine. Lo può fare adesso, quando il suo Paese è sull’orlo non solo di una catastrofe finanziaria, ma di una vera e propria emergenza umanitaria (cibo e medicine scarseggiano oltre ogni soglia di tolleranza)? Ne dubito.
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Grexit sarà anche stata scongiurata per qualche settimana, ma dopo l’intesa raggiunta in extremis questa notte nulla sarà come prima. Il “dissidio spirituale” tra il popolo tedesco e popoli europei, di cui aveva parlato Benedetto Croce settant’anni fa, potrebbe riemergere e ampliarsi. Sarebbe forse una manna elettorale per Matteo Salvini e Beppe Grillo, ma un disastro storico-politico per la sinistra riformista.
