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Il progetto EXIM Bank del Governo Renzi: quali opportunità per il Sistema Italia

Parliamo di EXIM Bank con il dottore commercialista Maurizio Di Marcotullio (nella foto) esperto di fiscalità internazionale e componente della Commissione Internazionalizzazione dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma.

D: Dottore, ci spieghi meglio in cosa consiste il progetto di EXIM Bank che il Governo Renzi ha messo in cantiere per i prossimi mesi.

R: Innanzi tutto bisogna capire cosa è una EXIM Bank. Il nome dovrebbe essere di per sé esplicativo, si tratta infatti di una istituzione finanziaria dedicata all’ Export-Import (Ex-Im Bank) che dovrebbe assumere il ruolo di agenzia di credito all’esportazione del governo Italiano. Una vera e propria cabina di regia attraverso la quale offrire al “sistema Italia” un supporto finanziario, strategico in grado di supportare la crescita del sistema imprenditoriale sia internamente che esternamente.

D: Dunque una ennesima istituzione finanziaria che si colloca sullo scenario politico-istituzionale della nostra economia?  Spesso questi tentativi sono naufragati, con la creazione di veri e propri carrozzoni di Stato.

R: Non dovrebbe essere così, almeno lo spero ! Infatti, al di la del fatto che sarebbe un’agenzia di tipo governativo, la EXIM Bank dovrebbe svolgere un ruolo indipendente di soggetto preposto al finanziamento e all’assicurazione delle operazioni sui mercati esteri del “sistema italia”.  Questo è il ruolo che  normalmente viene affidato ad una agenzia del genere nell’ambito di altri Paesi internazionali, ad esempio è il modello adottato dagli Stati Uniti. Tuttavia nel caso dell’esperienza italiana mi sentirei di raccomandare inoltre l’affidamento alla EXIM Bank il coordinamento, a livello strategico e consulenziale delle grandi operazioni di investimento dall’estero verso l’Italia e viceversa.

D: Ci spieghi meglio, cosa intende per coordinare gli investimenti da e per l’estero.

R: Come le ho detto generalmente questo tipo di agenzie governative operano su due fronti principali: il finanziamento e l’assicurazione delle operazioni estere del sistema imprenditoriale nazionale verso l’estero. Ebbene, secondo un nuovo e (forse) innovativo sistema operativo mi sentirei di raccomandare anche un terzo filone di attività, ancillare ai due tradizionali, ovvero quello dell’advisory in tema di internazionalizzazione. Spesso sentiamo parlare di grandi gruppi industriali stranieri che pianificano o si affacciano entro i nostri confini per studiare operazioni di investimento nel nostro spazio commerciale. La EXIM Bank a mio avviso dovrebbe essere messa a disposizione dei gruppi stranieri, per offrire loro un ruolo di supporto, ma anche di interlocuzione diretta con le autorità governative per favorire l’attrazione degli investimenti esteri in Italia, senza che ciò debba necessariamente determinarsi in aiuti di Stato o in qualsiasi altra forma di distorsione della libera concorrenza.

D: Quindi, la EXIM Bank oltre a fornire il supporto finanziario ed assicurativo alle imprese italiane che vanno  all’estero, dovrebbe svolgere un ruolo di catalizzatore delle proposte estere di investimento verso l’Italia ?

R: Spesso nel mio lavoro mi sono trovato di fronte a investitori esteri che al momento di decidere un investimento in Italia, magari l’acquisizione di una azienda nazionale, restavano spiazzati di fronte a problematiche operative tutte italiane. Ad esempio, interpretazioni fiscali poco chiare, aspetti giuslavoristici controversi, problematiche legate a fenomeni antitrust di difficile interpretazione.  Tali aspetti finiscono spesso per distogliere l’interesse dell’investitore straniero verso il nostro Paese. Guardi ad esempio cosa è avvenuto con gli investimenti esteri nel settore delle energie rinnovabili.  Prima sono arrivati in massa, poi con la riduzione delle tariffe e con l’innalzamento della Robin Tax sono letteralmente scappati dall’Italia riducendo la loro presenza nel settore. Per poi assistere invece, ad esempio, sul lato fiscale, alla abolizione della Robin Tax, dichiarata incostituzionale dalla Consulta.  In tal senso sarebbe auspicabile che la EXIM Bank, tramite la sua ulteriore missione, quella di advisory, possa collocarsi  tra l’investitore straniero e il sistema di Governo per cercare di dare chiarezza immediata alle risposte di investimento dei gruppi esteri. Favorendo una sorta di accordo di investimento, tra  il “sistema Italia” e gli investitori esteri, fornendo loro certezze interpretative ed operative, ad esempio a livello fiscale e/o regolamentare.

D: operativamente come sarà  organizzata la EXIM Bank?

R: Da quello che è stato possibile apprendere dalla stampa specializzata, il progetto del Governo Renzi dovrebbe prevedere la creazione di una Holding, controllata dal MEF e/o dal MISE,  sotto il cui controllo saranno collocate le due eccellenze italiane dell’internazionalizzazione. La SACE e la SIMEST. Negli anni passati le due società hanno realizzato importanti risultati gestionali, testimoniati dai rispettivi bilanci di esercizio, i quali, sovente, hanno permesso l’attribuzione di importanti dividendi ai rispettivi Ministeri che le controllavano, ovvero il MISE e il MEF.  A mio avviso sarà determinante collocare la cabina di regia del nuovo soggetto il più possibile vicino al cuore delle decisioni economiche del Paese.

D: Dunque la EXIM Bank rappresenta un vero e proprio riassetto del processo di supporto all’internazionalizzazione del “sistema Italia”

R: Guardi l’attuale Governo è stato ultimamente tacciato di non dar vita a progetti di politica industriale, da ultimo un articolo del dr. Penati, che accusava in tal senso il Premier Renzi. Personalmente, ritengo invece che proprio questo della EXIM Bank è un ottimo esempio di politica economica ed industriale che, se ben attuato, potrà contribuire al rilancio del “sistema Italia” e alla sana attrazione degli investimenti esteri in Italia. Senza però che questi si trasformino in colonizzazione. Dunque la EXIM Bank non si collocherà in concorrenza con il settore privato, ma piuttosto dovrebbe poter fornire un supporto al processo di crescita del Paese, con auspicati riflessi anche sul piano occupazionale.

D: Infine, in una battuta, la visione di un professionista che opera nel settore dell’internazionalizzazione, rispetto a questo nuovo progetto.  

R: Che possa vedere la luce a breve e che non resti impantanato nei meandri di “palazzo”. Come ebbi modo di far rilevare qualche tempo fa, l’internazionalizzazione è uno dei principali strumenti di uscita dalla crisi e di supporto alla crescita, dunque Presidente Renzi avanti senza fermarsi #cambiaverso.

 

 

 

 

 

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