La sua morte è avvolta nel mistero, così come lo è stata la sua vita. In attesa di conferme ufficiali sulla scomparsa del Mullah Omar, leader dei talebani afghani, si moltiplicano ipotesi sulla sua dipartita, come quella che vorrebbe l’Isis dietro il suo assassinio (vero o presunto che sia).
LE IPOTESI E LE RAGIONI
L’uccisione del terrorista è trapelata oggi a Kabul. Il governo afgano nel frattempo, ha reso noto il portavoce della presidenza afgana, Sayed Zafar Hashemi, sta accertando la veridicità di queste notizie secondo le quali il leader talebano sarebbe morto alcuni giorni fa. Secondo fonti d’intelligence del Paese citate dalla Bbc, sarebbe invece “morto di malattia due o tre anni fa e sepolto nel sud del Paese”, la sua terra di origine; notizia che sarebbe stata confermata alle autorità di Kabul anche da fonti pachistane. Tuttavia, rileva l’emittente britannica lasciando aperta ogni opzione, gli “studiosi coranici” non hanno ancora commentato la notizia. A questi dubbi potrebbero però presto sommarsene altri: contattato dalla tv d’Oltremanica un portavoce talebano ha detto infatti che il suo gruppo emetterà un comunicato per spiegare la propria versione dei fatti. Incerte anche le ragioni di una possibile uccisione. Una versione è quella di Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali, che ipotizza la fine di una stagione dicendo: “Mullah Omar e Abu Bakr al-Baghdadi (il leader dell’Isis, ndr) sono degli utili idioti, finché gli Stati non si accordano. Allora diventano figure scomode”. “Voci su una possibile scomparsa del mullah – scrive invece Guido Olimpio sul Corriere della Sera – girano da mesi. Spesso sono state alimentate dagli esponenti talebani filo-Isis nella speranza di mettere zizzania nel campo avverso e di ottenere consensi”. E c’è addirittura chi ipotizza che possa essere morto proprio durante gli scontri armati, sempre più frequenti, tra i talebani e i drappi neri. Lo diranno le indagini.
Prof @Margelletti: “Mullah Omar e al-#Baghdadi sono degli utili idioti finché gli Stati non si accordano. Allora diventano figure scomode”
— CeSI (@CentroStudiInt) 29 Luglio 2015
I POSSIBILI SUCCESSORI
La sua morte, se confermata, scrivono Pamela Constable e Brian Murphy sul Washington Post, “potrebbe complicare l’accordo di pace tra i potenziali successori alla guida dei talebani. Il successore più logico è Akthar Mohammed Mansour, il vice di lunga data e collaboratore di primo piano del Mullah Omar. Ma alcuni – evidenzia l’analisi – si dicono a favore di Yacub, figlio di Omar, da poco laureato e senza esperienza”.
UN UOMO MISTERIOSO
Quella del Mullah Omar era una figura indecifrabile già prima di prendere il potere nel 1996 alla guida del governo radicale dei talebani, fino alla sua fuga nel 2001 all’indomani dell’invasione Usa del Paese dopo la strage dell’11 settembre.
Da capo dell’autoproclamato emirato dell’Afghanistan, non volle abbandonare “il fratello ospite” Osama Bin Laden capo e fondatore di al Qaeda, che rivendicò gli attentati alle Torri Gemelle di New York. Sopravvissero assieme all’assalto statunitense, ma Bin Laden, però, venne poi ucciso da un commando Usa durante incursione nella città pakistana di Abbottabad nel maggio 2011.
IL LEGAME CON BIN LADEN
I legami tra il Mullah Omar e Bin Laden risalgono ai tempi della resistenza contro l’occupazione sovietica dell’Afghanistan del 1979-1989, quando il suo occhio destro venne danneggiato da una scheggia. Si pensa addirittura che avesse preso come moglie la figlia maggiore di Bin Laden; quest’ultimo addirittura avrebbe a sua volta preso come sua quarta sposa una delle figlie del Mullah Omar.
L’ASCESA AL POTERE
Nessun giornalista occidentale ha mai incontrato e per alcuni analasti, Mullah Omar, era solo un personaggio di secondo piano nelle forze della resistenza all’occupazione sovietica. Non avrebbe mai fatto il comandante militare sul campo prima della presa di Kabul nel 1996. Tuttavia, la rivolta guidata contro gli ex signori della guerra dei “Mujaheddin” nella zona di Kandahar, nel 1994 gli sarebbe valsa ampio rispetto, tanto da farlo diventare il catalizzatore del movimento talebano che seguì. E così con la l’ascesa degli studenti coranici, il Mullah divenne diventato il leader indiscusso dei talebani guadagnandosi il titolo di “comandante dei fedeli”.
RICERCA INTENSA
Fino ad oggi, nonostante una delle più grandi cacce all’uomo in tutto il mondo, il Mullah Omar e la maggior parte dei suoi compagni avevano eluso la cattura. Per molti esperti era nascosto da qualche parte lungo il confine tra Afghanistan e Pakistan. Altri credono invece che fosse nascosto a Quetta o Karachi, in Pakistan, dove i talebani hanno creato propri enclavi, ma il governo di Islamabad ha sempre negato queste voci.