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Pensioni, basta demagogie. L’intervento di Ambrogioni (Cida)

irpef, cida,

Sull’esigenza di aprire una riflessione seria e non ideologica sul nostro sistema pensionistico, sull’esigenza di flessibilizzare in modo sostenibile l’accesso al pensionamento e sulla irrinunciabilità ed urgenza di politiche che incentivino l’occupazione giovanile, siamo assolutamente d’accordo ma siamo del tutto contrari all’idea di porre nuovi contributi di solidarietà a carico delle pensioni medio alte o di introdurre salari minimi utili solo ad ampliare ulteriormente l’area ed il peso di un’ulteriore assistenza pubblica disincentivante.

Ci si dimentica o fa comodo dimenticarlo, che dette pensioni sono state già sostanzialmente erose dagli effetti negativi di ripetuti blocchi della perequazione automatica e da contributi di solidarietà in essere. Sono pensioni frutto di carriere fondate su impegno, responsabilità e risultati: valori a cui tutti si richiamano salvo poi decidere di penalizzarle con grande facilità.

Per quanto riguarda l’ipotesi avanzata da Boeri, a nostro avviso impropriamente si tratta di trattamenti di lavoratori che hanno sempre versato i loro contributi, hanno fatto e fanno fino in fondo il loro dovere fiscale ai massimi livelli come oramai è stato ampiamente dimostrato dai vari istituti di analisi.

Siamo pronti a discutere con il Ministro del Lavoro ma su tutto e senza zone franche: delle baby pensioni, della indilazionabile distinzione tra previdenza ed assistenza, delle pensioni basse perché frutto di evasione contributiva nonché dell’imprescindibile interdipendenza tra previdenza pubblica e previdenza integrativa.

Viviamo ore assai complesse; il rischio del fallimento del sogno europeo è alto: occorre che tutte le classi dirigenti si impegnino per contrastare questa ipotesi sciagurata. Ci vuole coesione sociale, dialogo e responsabilità, a cominciare dai grandi temi come è il welfare: noi siamo pronti a fare ancora di più, a spenderci per la competitività del sistema Paese, per le imprese, per la modernizzazione della PA.

Chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di offrire il nostro contributo di Categoria professionale e sociale per il futuro dei nostri giovani, per esaltare le tante potenzialità del nostro Paese. Diciamo questo perché siamo fortemente conviti che i corpi sociali intermedi, quelli non ancorati al passato, abbiano ancora molto da offrire per una società più giusta equa ed inclusiva, di qui il nostro appello al Governo affinché riapra un confronto.


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