Ha suscitato interesse mediatico (e non solo) l’operazione, dicono “spontanea”, dell’attore romano Alessandro Gassmann, ribattezzata con l’hashtag #RomasonoIo, che ha voluto dare una scossa allo stato di degrado in cui versa da tempo la città capitolina. Gassmann ha invitato i romani a scendere per strada e a pulire ciascuno per la parte di competenza l’angolo di via dove si abita magari indossando una magliettaccia scrivendo con il pennarello l’hashtag di cui sopra. Fin qui poco male. Ciascuno di noi ha il diritto di esprimere il proprio pensiero, ma si ha anche il dovere di ascoltare e riflettere sulle critiche che possono arrivare rispetto ad una operazione che, comunque, si tinge di colori e profumi un po’ populisti.
Mi sono permesso, con educazione, di spiegare all’inventore dell’hashtag che, comunque, pur riconoscendo l’intuizione dell’operazione non sono i romani che devono pulire le strade bensì l’AMA, visto che chi paga le tasse ha il diritto di chiedere l’espletamento dei servizi in oggetto. Non l’avessi mai scritto il signor Gassmann mi ha aggredito sempre su Twitter invitandomi ad “alzare il culo” letteralmente. Da lì la questione è andata oltre e siccome non era in grado di tenere un livello minimo di interlocuzione alla fine il vip romano ha deciso di “bannarmi”. Sì, è molto open mind ma solo se retweetti i suoi pensieri, altrimenti scatta la censura. Cose che succedono a Roma e che fanno capire che anche chi come Gassmann si erge a salvatore della Patria, purtroppo salvatore non è. Il “neo civismo” infatti a Roma non paga. Qui servono politici che vivano questo incarico pubblico con “spirito di servizio”. Chiunque prenderà il posto di Marino farà sicuramente meglio, ma qui i romani non si aspettano un intervento “medio” o raffazzonato, ma soluzioni radicali a problemi (trasporto pubblico, degrado urbano, sicurezza) ormai ventennali. A Roma l’emergenza è diventata la regola ed è questo che non va bene. Chi pensa di sedersi in aula Giulio Cesare e di divertirsi come allo stadio non ha capito proprio nulla. E all’orizzonte questo salvatore della patria di destra o di sinistra ancora non lo vedo. Anzi, forse, ancora non è proprio nato. A Gassmann rispondo con un semplice contro-hashtag: #abbiamogiàpagato. Sorry! Semmai ci sarebbe da promuovere una manifestazione di protesta libera sotto la sede dell’AMA con tanto di bolletta al seguito, da sventolare come la “panolada” di iberica memoria.
Il tweet di Gassmann fuori dalle righe
@MarcelVulpisRM meno male che ci sei tu a chiacchierare…ma alza il culo e fai qualcosa.