Dal 2012 in Italia è in vigore un meccanismo che impone alle aziende farmaceutiche di farsi carico del 50% dello sfondamento della spesa farmaceutica ospedaliera.
L’impatto del pay back, questo il nome dello strumento descritto, è stato così sintetizzato dal presidente di I-Com Stefano da Empoli durante la presentazione questa mattina a Montecitorio della ricerca dell’Istituto per la Competitività: “Una tassa ‘nascosta’ sull’innovazione, che mette a rischio l’accesso alle nuove cure per i pazienti nei nostri ospedali e rende meno conveniente investire nel nostro Paese per le multinazionali che più puntano su ricerca e sviluppo di nuovi farmaci”.
CHI C’ERA
All’evento hanno partecipato 8 aziende che costituiscono complessivamente circa il 50% del mercato farmaceutico ospedaliero (Abbvie, Amgen, BMS, Eli Lilly, Janssen, MSD, Pfizer e Roche).
“Sulla modifica o, come sarebbe certamente preferibile, sul superamento di questo strumento, il Governo Renzi si gioca una partita decisiva per trattenere nel nostro Paese gli investimenti delle multinazionali del farmaco”, ha affermato da Empoli.
DI COSA SI TRATTA
I primi effetti dello strumento sono stati avvertiti dalle imprese alla seconda metà del 2014, quando l’Agenzia italiana del farmaco ha comunicato l’ammontare dello sforamento sul budget assegnato a ciascuna per il 2013, ma il meccanismo è stato introdotto con una legge del 2012 (la 135).
COSA PREVEDE
Il sistema prevede che le aziende contribuiscano al 50% dello sfondamento della spesa farmaceutica ospedaliera. “Il tetto di spesa (fissato dalla stessa Legge al 3,5% del finanziamento pubblico del SSN) – si legge nello studio di I-Com -, viene suddiviso per ciascuna azienda, alla quale viene assegnato un determinato budget. In questo modo, si ripartisce a livello aziendale lo sforamento realizzato su base nazionale”.
Il meccanismo impone che le aziende si facciano carico, in proporzione al fatturato, anche dello sforamento imputabile ai farmaci orfani (per le malattie rare) e per i farmaci innovativi. Da Empoli ha sottolineato che sono poco più di 20 le aziende che coprono, al 90%, il fabbisogno del canale di vendita ospedaliero.
I DATI DI I-COM
Dall’analisi di I-Com emerge che nel 2013 lo scostamento dal tetto di spesa farmaceutica ospedaliera è stato di 737 milioni di euro, di cui quasi 364 a carico delle imprese (pay back); la cifra è salita a 1.050 milioni di euro nel 2014 e, secondo le previsioni delle aziende partecipanti allo studio I-Com, potrebbe arrivare a 1.360 milioni di euro nel 2015, raddoppiando nel giro di soli due anni.
LE CIFRE
Nel periodo 2009-2012, la spesa farmaceutica sostenuta dal SSN è diminuita ogni anno del 7,5%, ad un ritmo 5 volte superiore rispetto alla dinamica di spesa pubblica sanitaria complessiva. Queste alcune cifre riportate dall’Istituto presieduto da da Empoli:
– Il tetto di spesa del 3,5% è destinato ad essere sistematicamente sforato.
– Secondo stime AIFA, la spesa farmaceutica ospedaliera dovrebbe aumentare – rispetto al 2014 – del 3,4% nel 2015 e del 8,5% nel 2016;
– Nel 2013 lo scostamento dal tetto di spesa farmaceutica ospedaliera è stato di 737 milioni di euro, di cui quasi 364 a carico delle imprese (pay back);
– Nel 2014, secondo le stime preliminari, lo sforamento è stato di circa 1.050 milioni di euro, di cui 524,8 milioni a carico delle imprese (pay back).
LA RICERCA SU 8 AZIENDE
Per I-Com il pay back rischia di avere conseguenze serie per la competitività del nostro Paese rispetto al comparto dell’industria farmaceutica che, oggi, vede penalizzata la propria attività di ricerca e produzione in Italia.
Secondo la ricerca, il campione di 8 tra le maggiori aziende impattate dal provvedimento (Abbvie, Amgen, BMS, Eli Lilly, Janssen, MSD, Pfizer e Roche) nel 2014 ha fatturato in Italia 5 miliardi di euro, di cui 2,5 nelle vendite ospedaliere (+3,68% rispetto al 2013). Gli investimenti in R&S sono pari a 291 milioni €, l’ Iva versata pari a 262 milioni €, le imposte sul reddito di esercizio pari a 239 milioni € e circa 9.500 gli occupati (53% laureati).
Nel 2013, il valore complessivo del pay back a carico di queste aziende riportato da I-Com è pari a 192 milioni di euro. Si stima inoltre che nel 2014 il valore del pay back salga a 280 milioni € (+46% sul 2013), fino ad arrivare a 362 milioni € nel 2015.
Le proiezioni I-Com evidenziano che il fatturato di queste aziende nel segmento dei farmaci ospedalieri aumenta in misura minore rispetto all’incremento del pay back: nel 2013 questo meccanismo pesa sul fatturato per l’8,02% e nel 2014 per l’11,29%.
Nel 2014 infine il valore del pay back sarà superiore al valore dell’IVA (+107%) e delle imposte sul reddito di esercizio (+117%) versato dal campione di aziende analizzate.