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Tutto quel che non si esalta di Laudato si’

A distanza di alcune settimane dalla pubblicazione, l’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco continua ad alimentare il dibattito internazionale, con conferenze convocate ad hoc per discutere del futuro del pianeta e commenti che appaiono su riviste specializzate e quotidiani.

LA BATTAGLIA PER IL CLIMA CON NAOMI KLEIN

Nonostante il richiamo – giunto anche da ambienti vaticani – a considerare l’imponente documento papale nella sua interezza, e cioè evitando di esaurire la trattazione dell’enciclica alla sola parte in cui viene maggiormente affrontato il tema degli sconquassi climatici che minacciano il mondo, è proprio di questo che più si parla. Non ha aiutato di certo a fornire una lettura completa del testo l’aver affidato la presentazione, tra gli altri, al professor Schellnhuber, che nell’Aula Nuova del Sinodo ha tenuto una lezione sul ciclo del carbonio. Una mano non l’ha data neppure Naomi Klein, attivista no global e scrittrice di fama, che in carriera ha appoggiato tutti i movimenti cosiddetti anti capitalistici, dalle tute bianche di Seattle a Occupy Wall Street, e che ora ha fatto della battaglia per il clima la sua ragione di vita.

LE DIFFERENZE CON LA PRIMA BOZZA

Monsignor Mario Toso, fino a qualche mese fa segretario del Pontificio consiglio per la Giustizia e la pace e ora vescovo di Faenza, aveva rivelato in un’intervista al sito Rossoporpora del vaticanista Giuseppe Rusconi che in realtà la prima bozza dell’enciclica era assai diversa: “Prevedeva una lunga introduzione di carattere teologico, liturgico e sacramentale, spirituale. Se fosse rimasta l’impostazione iniziale, l’enciclica si sarebbe indirizzata più immediatamente al modo cattolico”. E’ stato il Papa in persona a rivoltare la bozza, ha aggiunto il presule, ristrutturando “il materiale messogli a disposizione, disponendolo secondo un metodo di analisi e discernimento, implicante la considerazione della situazione, una sua valutazione e la prefigurazione d indicazioni pratiche di avvio alla soluzione dei problemi”.

L’ESALTAZIONE MEDIATICA DELL’AMBIENTALISMO

Il problema è che si sta assistendo a una esaltazione ben selezionata di alcuni capitoli del documento, a scapito di altri punti “potenti” toccati dal Papa, ma che non godono di vasta eco. Ha scritto sabato sul Foglio Ettore Gotti Tedeschi che “l’ambientalismo, così esaltato soprattutto post Enciclica Laudato si’, sta diventando la maschera della ipocrisia di chi ha ispirato e supportato le vere, e non riconosciute, origini della crisi economica (e perciò della povertà e diseguaglianze accentuate) e del degrado ambientale: i profeti della chiesa neomalthusiana e gli apostoli della medesima dottrina, che negli ultimi quarant’anni hanno propugnato la riduzione (se non la fine) delle nascite su questa terra. Riuscendo però a ottenerla solo in occidente. E proprio questa dottrina ha originato la crisi e il degrado”.

LE PRESSIONI INTERNAZIONALI

Il papa, nell’enciclica, sottolinea come non manchino “pressioni internazionali sui paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate pratiche di salute riproduttiva”. E, aggiunge, “incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi”.

LA CONDANNA DELL’ABORTO

Così come poco s’è parlato della (ennesima) condanna dell’aborto, un leit motiv della predicazione di Francesco che stenta a trovar spazio sulla stampa mondiale. Ma nella Laudato Si’ il Papa è chiarissimo: “Dal momento che tutto è in relazione, non è neppure compatibile la difesa della natura con la giustificazione dell’aborto. Non appare praticabile un cammino educativo per l’accoglienza degli esseri deboli che ci circondano, che a volte sono molesti o importuni, quando non si dà protezione a un embrione umano benché il suo arrivo sia causa di disagi e difficoltà: “Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono”.

CONTRO I MOVIMENTI ECOLOGISTI CHE NON PENSANO ALLA VITA UMANA

Ancor più dure sono le parole spese da Bergoglio per quei “movimenti ecologisti” che difendono l’integrità dell’ambiente e poi, però, “non applicano questi medesimi principi alla vita umana”. Scrive il Papa: “D’altro canto, è preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l’integrità dell’ambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi principi alla vita umana. Spesso si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi. Si dimentica che il valore inalienabile di un essere umano va molto oltre il grado del suo sviluppo. Ugualmente, quando la tecnica non riconosce i grandi principi etici, finisce per considerare legittima qualsiasi pratica. Come abbiamo visto in questo capitolo, la tecnica separata dall’etica difficilmente sarà capace di autolimitare il proprio potere”.

NO AL GENDER

Del tutto ignorato – anche da quanti da due anni riducono il pontificato di Francesco al “Chi sono io per giudicare?” pronunciato a braccio in una conferenza stampa aerea – è poi la condanna esplicita e netta della cosiddetta ideologia gender: “Apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé. In tal modo è possibile accettare con gioia il dono specifico dell’altro o dell’altra, opera di Dio creatore, e arricchirsi reciprocamente. Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”.

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