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Vi spiego come realizzeremo la Buona Scuola

Ormai non è più il momento dei giudizi né quello delle proteste e delle manifestazioni al di là di ogni dinamica politica, partitica o sindacale che dir si voglia.

A testo di legge ormai approvato, e ieri sera stessa promulgato dal Capo dello Stato, una valutazione della riforma andrà a questo punto data solo ad attuazione concretizzata e, soprattutto, unicamente in seguito alla sua applicazione da parte della scuola viva e in conseguenza degli effetti che sarà capace di indurre e provocare sull’apprendimento degli studenti che –a volte lo si dimentica- sono e devono essere considerati quale unico vero obiettivo di tutto ciò che si pensa di realizzare nel e per il sistema di istruzione.

Questa è invece la fase in cui la nostra scuola deve recuperare dentro di sé quelle risorse che le permettano di evolvere in serenità, entusiasmo ed ottimismo attraverso il rilancio delle straordinarie energie positive che ci sono all’interno del sistema e chiedono di essere motivate e guidate; e parlando di sistema scuola il riferimento inclusivo è ai docenti, ai dirigenti scolastici, al personale non docente, agli operatori delle emanazioni territoriali del Ministero.

Dopo un periodo giusto e fisiologico di confronto anche acceso la Buona Scuola è ormai patrimonio normativo del nostro sistema scolastico e questo è il momento in cui ciascuno di noi è chiamato a collaborare per far sì che la nuova legge possa mettere a frutto le migliori intenzioni che ogni progetto di riforma nelle proprie intenzioni contiene per sua stessa definizione. É questo il percorso che oggi ci attende ed è in questa direzione che  negli uffici al netto di normali e comprensibili criticità stiamo già alacremente lavorando per dare strada al cambiamento avendo come prima deadline la metà di agosto. D’altro canto le assunzioni sono il tema su cui più si è discusso e che maggiormente ha attirato le attenzioni generali anche dei non addetti ai lavori, ed è proprio su questo nodo che per primo tra gli altri previsti dalla riforma il sistema è chiamato ad impegnarsi, e che va a collocarsi nell’ambito di  altre consuete procedure proprie di questo periodo finalizzate a consentire l’avvio del prossimo anno scolastico.

I timori, le perplessità e i dubbi sono tanti e anche  legittimi di fronte a novità che peraltro vanno in parte ancora definite attraverso decreti e deleghe, e la mole e la complessità di lavoro che ne conseguono sono indubbiamente notevoli ma credo non ci debba essere paura di smentita nell’affermare che senza ombra di dubbio anche in questa occasione la scuola italiana, quella più sana, quella reale, quella giornalmente impegnata a tutti i livelli e con enormi sacrifici nel garantire la quotidianità di un servizio rispondente alle esigenze di ciascuno dei nostri studenti non mancherà di dare prova di efficienza e di adeguatezza anche al cospetto di compiti a volte decisamente non semplici come in questo a cui è chiamata.

E svolti gli adempimenti più specificamente burocratico amministrativi ma con riflesso diretto ed immediato sulla qualità del servizio stesso quali quelli legati al piano assunzionale, la finestra si apre poi immediatamente seppure in maniera progressiva su uno scenario rinnovato quale quello disegnato –unitamente ovviamente ad altre misure- attraverso l’introduzione sistematica, obbligatoria e con un monte orario minimo significativo dell’alternanza scuola-lavoro con una modalità diffusa in tutti gli istituti di istruzione secondaria superiore, licei compresi con un occhio fortemente attento in prospettiva evolutiva anche al potenziamento degli ITS i percorsi post secondari  di alta specializzazione tecnologica nati nel 2011; e così ancora un passo avanti importante per il tramite dell’introduzione dell’obbligatorietà per la formazione in servizio dei docenti e di una valutazione premiale degli insegnanti stessi ma anche dei presidi che permette di allinearci in questo modo oltrechè ad un ottica di rendicontazione sociale anche alle migliori tradizioni dei più grandi Paesi europei, e non solo, rispetto ai cui studenti nelle comparazioni internazionali i nostri ragazzi troppo spesso manifestano livelli di apprendimento non adeguati.

La descrizione di misure potrebbe essere ancora interessante ma mettiamo un punto e nel mentre lavoriamo  alla riforma che sarà speriamo per la nostra scuola e per i nostri studenti che venga davvero bene.

Anna Paola Sabatini (Dirigente Ufficio Scolastico Regionale per il Molise)



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