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Repubblicani, è l’ora di Christie (e dei governatori)

Fra i repubblicani, è l’ora dei governatori in carica, dopo l’ondata di ex. Dopo Chris Christie (nella foto) e Bobby Jindal, manca all’appello Scott Walker, governatore del Wisconsin, che molti sondaggi considerano un avversario agguerrito per Jeb Bush alla nomination repubblicana per la Casa Bianca. Se Walker scenderà davvero in lizza, i candidati conservatori saranno a conti fatti 15 come previsto: un numero elevatissimo, se non record, che potrebbe ancora crescere, ma che probabilmente, subito dopo l’estate e ancora prima dell’inizio delle primarie, inizierà a scendere, quando qualcuno comincerà a confrontare i soldi da spendere – tanti – con le possibilità di ottenere la nomination, poche.

A fine giugno alla dozzina di candidati repubblicani già dichiaratisi si sono aggiunti, appunto, due governatori attesi: quello del New Jersey, Chris Christie, la cui popolarità s’è un po’ appannata, causa scandali e chiacchiere, ma che fino all’anno scorso appariva un potenziale protagonista e un ‘pezzo grosso’, non solo per la stazza, dello schieramento repubblicano meno conservatore; e quello della Louisiana, Bobby Jindal, di origine indiana, la cui popolarità è alta nel suo Stato, ma piuttosto bassa nell’Unione. I democratici in corsa, invece, restano al momento solo tre.

Fra i repubblicani, hanno già ufficialmente annunciato la loro candidatura, quattro senatori e un ex senatore, due governatori e quattro ex governatori, una manager – Carly Fiorina, che è stata amministratore delegato della Hewlett/Packard ed è l’unica donna -, un famoso neuro-chirurgo – Ben Carson, iper-conservatore e l’unico di colore in corsa nei due schieramenti -, e un eccentrico notissimo miliardario, Donald Trump.

I senatori, tutti esordienti nella competizione, sono, in ordine di candidatura, Ted Cruz, del Texas, vicino al Tea Party; Rand Paul, del Kentucky, libertario; Marco Rubio, della Florida, cubano d’origine; e Lindsey Graham, della South Carolina, esperto di sicurezza e difesa. L’ex senatore è Rick Santorum della Pennsylvania, un veterano della corsa, cattolico integralista.

Gli ex governatori sono, sempre in ordine di candidatura, Mike Huckabee, Arkansas, il veterano per antonomasia delle primarie, che frequenta dal 2008, oggi ben piazzato nei sondaggi; George Pataki, Stato di New York, sceso in lizza in punta di piedi; Rick Perry, Texas, che ci riprova dopo il flop del 2012, ricordando d’avere guidato per tre mandati la 12° economia mondiale; e Jeb Bush, Florida, figlio e fratello rispettivamente del 41° e 43° presidente degli Stati Uniti. I due governatori, Christie e Jindal, sono, in ordine di tempo, gli utlimi arrivati.

A fronte di questa legione, i tre democratici: Hillary Rodham Clinton, ex first lady, ex senatore dello Stato di New York, ex segretario di Stato, candidata alla nomination nel 2008, quando fu battuta da Barack Obama, e gli outsiders Bernie Sanders, senatore del Vermont che si autodefinisce ‘socialista’ e l’ex governatore del Maryland Martin O’Malley.

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