Ci siamo quasi. Netflix sta per fare il suo ingresso nelle case degli italiani. La data è fissata per ottobre 2015 ma, da settimane, la curiosità la fa da padrone. Come funzionerà? Quanto costeranno gli abbonamenti? Che effetto avrà sul mercato televisivo italiano?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che attanagliano la mente di molti, non solo degli addetti ai lavori, anche dei “comuni mortali” consumatori del prodotto tv. I competitor, fautori della televisione generalista e di quella pay (Rai, Mediaset e Sky per capirci), non manifestano, almeno pubblicamente, alcuna titubanza e si dicono concentrati sul loro percorso anche perché sulle serie tv “made in Netflix” di cui hanno acquistato i diritti (House of Cards e Orange is the new black, per esempio) hanno comunque la priorità. Le nuove stagioni infatti continueremo a vederle sulle pay tv.
Un ruolo centrale per l’eventuale successo di Netflix potrebbe giocarlo la sua immediatezza: la gestione della piattaforma è viva e intuitiva, abbonarsi e disabbonarsi è facilissimo. “Il telespettatore diventa autore del suo palinsesto: decide lui cosa guardare, quando guardarlo e dove guardarlo” spiega a Formiche.net Cecile Fouques, tra le responsabili di Netflix Europa.
Questa è una vera rivoluzione. Poi la Fouques precisa: “Lo spettatore potrà collegare la smart tv, il tablet, lo smartphone o la consolle (ad esempio, Xbox, Playstation). Sarà tutto senza pubblicità, senza tempi morti, senza intasare la memoria dei vari device. Ci saranno diverse tipologie di abbonamento che variano, non in relazione al prodotto, ma ai dispositivi su cui Netflix sarà disponibile”.
Per intenderci, il catalogo è totalmente aperto per tutti i clienti che potranno guardare anche la stessa serie tv su due dispositivi diversi in contemporanea. Ci si abbona e ci si disabbona direttamente con un click. Il primo mese in Italia sarà gratuito.
Ostacolo all’espansione in Italia potrebbero essere invece la mancanza di una rete Internet adeguata e soprattutto l’altalenante rapporto tra gli italiani e la tecnologia. Ma pare che Netflix si sia attrezzata su questo fronte: “Il flusso di informazioni che arriverà verrà rilasciato poco a poco, in modo tale da adattarsi perfettamente alla connessione di casa. Così si evitano interruzioni e bufferizzazioni. Per avere una definizione standard (non alta quindi) basta avere 5 megabyte di connessione”, dice la Fouques che aggiunge: “L’Italia non ci spaventa, siamo arrivati in Paesi dell’America Latina dove la situazione dal punto di vista tecnologico era decisamente più difficoltosa”.
Hanno parlato con tutti, con il Governo italiano – che pare si sia impegnato per un adeguamento tecnologico nel giro dei prossimi due, tre anni – con le compagnie telefoniche – con cui ancora non ci sono accordi precisi – con i competitors. E infatti, a tal proposito dicono: “Noi siamo aperti a qualsiasi tipologia di partnership. In Francia, in Gran Bretagna compriamo prodotti da Bbc o Canal+ e viceversa. E poi ci piace investire anche nelle risorse del paese, per esempio in Colombia di recente abbiamo realizzato una produzione utilizzando esclusivamente risorse locali”. Per adesso insomma puntano sull’inserimento soft, vedremo come andrà.
Il catalogo italiano sarà ricchissimo, dicono. “Nelle produzioni originali, Netflix spenderà 3 miliardi di dollari entro il 2017”, anticipa la Fouques. L’80 per cento dell’offerta sarà composta da produzioni internazionali e il 20 per cento da produzioni nazionali. Ci saranno contenuti originali, prodotti inediti e sceneggiati di cui hanno acquistato i diritti. La prima sfida sarà “Marco Polo”, sceneggiato statunitense che in America mandano in onda da novembre 2014. Inoltre, arriveranno “Unbreakable”, “Kimmy Schmidt”, “Bloodline”, “Chef’s Table”, “Daredevil”, “Sense8” e “Grace and Frankie”. Ci sarà poi una sezione pensata per i bambini e una dedicata agli amanti dei documentari. Non c’è spazio (almeno per adesso) per news, sport e intrattenimento.
Infine, una buona notizia per gli appassionati di genere. “Quasi tutti i contenuti saranno visibili in contemporanea (fuso orario permettendo) negli Stati Uniti e in Italia. Il telespettatore potrà inoltre scegliere se guardare la serie tv in lingua originale, o se preferisce guardarla in italiano. O ancora, se vuole guardarla con i sottotitoli, conclude Cecile Fouques.