L’editoriale di “Fabbrica Società”, il giornale della Uilm on line da mercoledì 29 luglio
La scelta è compiuta. I metalmeccanici di Uil e Cisl hanno presentato insieme una piattaforma rivendicativa a Federmeccanica per il rinnovo del Ccnl che scade a fine anno. Il negoziato tra le parti non sarà una passeggiata. La controparte, di fatto, ha già alzato il muro. La trattativa partirà a fine settembre, dopo le assemblee tra i lavoratori e la consultazione degli iscritti di Uilm e Fim sulla piattaforma stessa.
Già da ora si vocifera sui “desiderata” degli industriali che vorrebbero l’aumento dei minimi salariali a consuntivo. L’esatto opposto di come è ora. Una ragione in più per fare il contratto nei tempi stabiliti dalle regole finora conosciute. Quando la strada si presenta in salita occorre affrontarla da un fronte e sperare che succedano cose buone dall’altro.
Quindi, vanno aggrediti fin da subito i punti di crisi industriale, tenendo a mente che siamo ancora la seconda potenza manifatturiera in Europa e la settima nel mondo. Lo abbiamo detto al premier Matteo Renzi, lo scorso 24 luglio a Palazzo Chigi: ci sono imprese in sofferenza che segnano l’indebolimento dell’intero sistema industriale del Paese. Succede a Taranto, nel Sulcis, a Termini Imerese. L’Ilva registra una perdita di circa venti miliardi di euro, pari ad un punto e mezzo di Pil, ma soprattutto una contrapposizione tra magistratura e governo che rischia di mettere in gioco il futuro dell’intera industria nazionale. Il sito Alcoa, ubicato nella provincia sarda più povera d’Italia, è un impianto siderurgico fermo e nessuno ancora lo ha rilevato dalla proprietà attuale per rilanciarlo produttivamente. La vertenza dello stabilimento automobilistico di Termini Imerese rimane irrisolta: ci sono più di 700 operai in cassa integrazione, mentre la ripresa del polo industriale palermitano tuttora non c’è. Questo è il fronte su cui agire.
Esiste, poi, l’altro per cui sperare. Ci sono segnali positivi per la ripresa economica come dimostrano molteplici indicatori. Bankitalia prevede un aumento del Pil dello 0,7% nel 2015 e dell’1,5% dall’anno prossimo. L’Abi spiega che l’Italia è fuori dalla recessione perché nel biennio 2016-2017 il Pil arriverà all’1,6% annuo. Il Centro Studi di Confindustria indica una produzione industriale in accelerazione nel secondo trimestre con un più 0,8%, con l’eventualità di maggiori progressi nei mesi estivi. Le statistiche dell’Anfia mostrano una buona rivitalizzazione del settore auto.
Se il “trend” è questo, esistono le fondate condizioni di compatibilità per fare il contratto entro l’anno. Per riuscirci è fondamentale coniugare azione e fiducia. La prima è utile a determinare una efficace strategia industriale per tutto il Paese. La seconda è indispensabile per far da volano alle potenziali occasioni di crescita. Realizzare il contratto dei metalmeccanici costituisce oggettivamente uno degli elementi moltiplicatori delle buone sorti dell’economia. Qualora si dovesse raggiungere l’intesa contrattuale con Federmeccanica, sarà cosa buona e giusta sottoporre l’eventuale ipotesi d’accordo alla valutazione di tutti i lavoratori metalmeccanici.
Quando si compie una scelta difficile, può seguire un risultato concreto. Se dovesse succedere davvero non sarà sufficiente vedere l’effetto che fa. Stavolta bisognerà constatarlo col referendum. Assumersi responsabilità comporta di conseguenza guardare in faccia alla realtà in una determinata fase storica.