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Cosa perde e cosa guadagna la Russia dopo l’accordo Usa-Iran. L’analisi di Bremmer

La chiusura dell’accordo sul nucleare iraniano avrà tanto effetti geopolitici quanto economici. Entrambi toccheranno la Russia, che per il politologo americano Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, avrà sia motivi per gioirne sia per lamentarsene.

TUTTI I BENEFICI…

Tra i lati positivi per Mosca, Bremmer identifica:

1) Giganti energetici come Gazprom o Rosneft potranno contendersi con altre compagnie, prevalentemente occidentali, lo sfruttamento dei nuovi giacimenti di risorse energetiche del Paese (l’Iran è numero quattro al mondo per riserve di greggio e numero due per quelle di gas);

2) La vendita di armi russe alla Repubblica Islamica salirà, in virtù della caduta dell’embargo e della maggiore possibilità di spesa di Teheran;

3) Regimi amici come quello siriano, sostenuto anche dall’Iran, vivranno una stagione economica presumibilmente più felice di quella attuale.

…E TUTTI GLI SVANTAGGI

Per il politologo ci sono però anche tre principali punti negativi:

1) Con il ritorno sul mercato del petrolio iraniano, i prezzi del greggio, già bassi per Mosca, potrebbero scendere ancora, causando ulteriori danni all’economia di Mosca;

2) A poco a poco, complice il deterioramento dei rapporti derivante dalla crisi ucraina e dalle sanzioni reciproche, l’Unione europea potrebbe diminuire l’acquisto di gas russo per puntare su quello iraniano;

3) Infine, i giovani iraniani, finalmente liberi di poter scegliere a quale modello culturale tendere, potrebbero sentirsi più attratti da quello occidentale. Una sconfitta per il sempre più isolato zar Vladimir Putin.



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