Con la convocazione dell’assemblea degli azionisti per il primo ottobre, Finmeccanica ha tentato di imprimere un’accelerazione al processo di cessione ai giapponesi di Hitachi del 40% di Ansaldo Sts e di gran parte della attività di Ansaldo Breda. La vendita al gruppo nipponico era stata annunciata lo scorso febbraio mentre la chiusura dell’operazione è attesa entro la fine dell’anno in corso.
SU COSA VOTERA’ L’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI
Proprio l’assemblea di inizio ottobre (prima convocazione, mentre per il due novembre e il primo dicembre sono previste rispettivamente la seconda e la terza convocazione) costituisce un passaggio cruciale per il trasferimento della quota di maggioranza di Ansaldo Sts. In quella sede, infatti, gli attuali azionisti dovranno nominare il nuovo consiglio di amministrazione espressione del socio “in pectore” Hitachi dopo le dimissioni rassegnate, su richiesta di Finmeccanica, da parte del presidente Sergio De Luca, dell’amministratore delegato Stefano Siragusa e di alcuni altri componenti del cda. I soci in assemblea saranno chiamati inoltre a votare sulla rinuncia all’azione di responsabilità ex articolo 2393 del codice civile nei confronti degli ex amministratori interessati dalle inchieste giudiziarie.
I NODI CHE POTREBBERO VENIRE AL PETTINE
Ma in occasione dell’assemblea di ottobre potrebbero venire al pettine anche altri nodi. Secondo quanto di recente riferito dal Secolo XIX, alcuni fondi azionisti di Ansaldo Sts, società attiva nel segnalamento quotata in Borsa, potrebbero fare emergere in occasione dell’assise il proprio malcontento sul prezzo dell’Offerta pubblica di acquisto (Opa) che Hitachi lancerà dopo avere rilevato il controllo da Finmeccanica. Il prezzo coinciderà con i 9,5 euro per azione (al netto dei dividendi) a cui l’attuale socio di riferimento trasferirà il 40% ai giapponesi. L’obiezione di questi investitori scontenti, che avrebbero già manifestato disappunto alla Consob e al consiglio di amministrazione di Sts, sarebbe che il prezzo tiene conto anche della cessione da Finmeccanica a Hitachi di Ansaldo Breda.
LA QUESTIONE ANSALDO BREDA
E Breda, non quotata in Borsa e specializzata nella costruzione di materiale rotabile – come scrive il quotidiano di Genova – da tempo è in affanno. I giapponesi, al prezzo simbolico di un euro, ne acquisiranno da Finmeccanica solo un ramo, che esclude principalmente le attività di revamping. Breda, inoltre, entrerà nell’orbita di Hitachi dopo che Finmeccanica, che ha già pagato 150 milioni nel 2014, avrà iniettato nelle sue casse oltre 30 milioni. A fine 2014, dopo un risultato netto negativo di 25 milioni, Breda è di nuovo ricaduta nell’articolo 2446 del codice civile, che impone di correre ai ripari quando le perdite superano un terzo del capitale. Insomma, per i fondi in questione, un’Opa a 9,5 euro sconta la situazione difficile di Breda, di cui dovrebbe farsi carico solo Finmeccanica e non anche i soci di minoranza di Ansaldo Sts, azienda con conti in ordine. Tra i principali azionisti rilevanti di Sts, si segnalano, con quote oltre il 2% Amber Capital e Norges Bank mentre all’ultima assemblea avevano preso parte con quote importanti The Arbitrage fund, Litespeed management e Polar Capital.
COSA PENSANO GLI ANALISTI
Tuttavia, quando a febbraio era stato annunciato il passaggio a Hitachi e il contestuale prezzo, diversi analisti avevano sottolineato come l’Opa avvenisse a un valore superiore alle loro attese. Banca Akros, per esempio, stimava 8,64 euro: un prezzo molto inferiore dei 9,5 euro al netto del dividendo. Gli esperti di Kepler Cheuvreux avevano invece colto l’occasione per evidenziare come il premio riconosciuto dai giapponesi sul titolo fosse pari al 9 per cento. Si vedrà sei i fondi riottosi sapranno fare valere le proprie istanze in assemblea alzando così il prezzo di Opa. Altrimenti possono sempre decidere di non consegnare le azioni ai nuovi azionisti giapponesi.