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Che cosa non mi convince della fiction reale sui Casamonica

Il ras storico di un potente gruppo locale di delinquenti (banda, famiglia, mafia, cosca, clan?) muore. I parenti gli organizzano un funerale pacchiano e sfrontato in una della parrocchie più importanti e popolate di Roma. Vogliono dare un segnale di potenza e arroganza, e montano una sceneggiatura pienamente consapevoli delle regole della comunicazione (la colonna sonora de Il Padrino, i cavalli coi pennacchi, i poster). Il circuito di media e politica riprende e rilancia alla grande, e guai a chi sgarra. Il giornalista “esperto” raccomanda: “Stiamo uniti: Mafia capitale, Casamonica, Fasciani… sono la stessa cosa, e Carminati (e Buzzi) sono al vertice di tutto, con la complicità della politica”.

Ci sono anche gli story-planners (un po’ come i wedding planners). Il Papa scomunica le mafie e “la mafia” celebrando funzioni. Dagli al parroco ai Vigili Urbani, all’Enac e al Prefetto: chi conosce la Sicilia può testimoniare! Il politico sindacalista di opposizione  -Cremaschi – chiarisce: “Lo Stato è forte coi deboli – i vigili urbani assenteisti, per lui – e debole coi criminali. Dovrebbero dimettersi tutti. Il problema è politico e sociale”. Intanto l’Enac ha accertato, solo ex-post, che l’elicottero spargipetali era illegale per via della quota, mentre non lo era il fioraio, né ci volevano autorizzazioni per il corteo. Il parroco – anatema – aveva detto di no a Welby (un tragico segnale di arretratezza che però non c’entra nulla), mentre ha detto sì al Boss e manco se n’è accorto! Sicuramente un collaboratore delle forze oscure che tramano contro il Papa argentino.

Intanto la questura precisa che il Boss non era più attenzionato, c’era altro da fare. Magari il clamore serviva proprio a dare un’idea di forza che non c’è più. Ma che te frega! Intanto Roma è di nuovo infangata, brutta, sporca e cattiva. Di fianco è in corso un altro racconto da non disturbare, anzi da “integrare”: Mafia Capitale sarà non un “Processo” ma un “Maxi-Processo”. Un format superbo, con 59 imputati in una grande aula, dove saranno alla sbarra politica e delinquenza. È su questo kolossal che la banda soffia nei clarinetti la musica del Padrino, sullo sfondo la Chiesa di Cinecittà.

Storytelling, missione compiuta. Ci vediamo a novembre al maxi-processo per la seconda serie. Nonostante Internet e i nostri palinsesti personali, di Roma e dei Casamonica ne sappiamo e ne vogliamo sapere meno di prima, aspettiamo la fiction.

(estratto di un commento che si può leggere sul Rottamatore)


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