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Che cosa pensano gli italiani di Renzi. Report Lorien

Nell’ultima settimana emergono nel ricordo degli italiani le promesse di Renzi sulle tasse, pur non riuscendo a far breccia in testa alle notizie più ricordate. Prevale il ricordo della crisi greca (sempre in testa da oltre un mese) e, in secondo piano, le notizie sul terrorismo internazionale e quelle sugli sbarchi dei profughi.
Il ricordo delle notizie, come di consueto, si ripercuote almeno in parte anche sulle preoccupazioni principali indicate dagli italiani: cresce l’immigrazione e scendono tassazione ed evasione fiscale. Ma la questione centrale per oltre 3 italiani su 4 rimane il lavoro.

L’OCCUPAZIONE

La crisi occupazionale comincia a mostrare i primi segnali positivi, economia finalmente in lievissima crescita, ma non è ancora ripresa.
Nei luoghi di lavoro gli italiani segnalano un tasso lavorativo (licenziamenti-assunzioni) ancora in negativo, anche se sul piano professionale la situazione (di chi ha mantenuto il lavoro) sembra più stabile. Nel mese di giugno anche gli indici di fiducia dei consumatori e sulle imprese sono tornati a crescere. In particolare alle grandi imprese gli italiani chiedono di guidare la ripresa economica, generare sviluppo e creare occupazione.

Dai dati economici prodotti da WPP e a disposizione di Lorien sembra che si stia per innestare un trend positivo anche sui consumi, soprattutto nei settori della mobilità, della comunicazione e del turismo (alberghi e ristorazione). Tuttavia per il prossimo anno un’enorme fetta di italiani (29%) ritiene che ridurrà i propri risparmi, ma non a favore di nuovi consumi che infatti mostrano previsioni piuttosto negative. Seppur in una situazione lavorativa ed economica di generale miglioramento, gli italiani prevedono di dedicare minori risorse al risparmio e all’acquisto di beni durevoli, la priorità rimangono i consumi quotidiani, pur dovendo fare ancora dei sacrifici anche in questo senso.

Certo, anche in questo caso si tratta di previsioni, un dato soltanto “percepito”, ma proprio per questo motivo evidenzia nettamente il permanere di un sentiment di preoccupazione da parte degli italiani.
Non mancano ulteriori segnali positivi (deboli): oltre a quelli già citati, è in lieve ripersa anche la fiducia nel futuro dopo il drastico calo del mese scorso, mentre il giudizio sul Governo Renzi si mantiene stabile intorno al 40%

LA CRISI GRECA

I temi europei nell’ultimo mese sono entrati nuovamente e con forza nel dibattito nazionale, rimangono aperte numerose questioni cruciali: dalla ricerca di una soluzione alla crisi del debito greco, alla possibilità di modificare i vincoli di bilancio per l’area euro, al rifiuto delle fallimentari politiche di austerità. Passando anche da questioni socialmente (e non solo economicamente) sensibili come la gestione dei flussi migratori.
Fin dalle prime battute era emerso l’atteggiamento estremamente positivo degli italiani verso l’esito del referendum greco. Sia nella scelta democratica, sia nel merito. Ma a maggior ragione è molta la soddisfazione per la soluzione di accordo con i creditori (72%). Tale da far sostenere chiaramente agli italiani che Tsipras non debba dimettersi (67% contro 20%). La lettura degli italiani è lineare: così facendo la Grecia si è messa in salvo dal default (almeno per il momento) che altrimenti avrebbe rappresentato un pericolo gravissimo anche per il nostro Paese (d’accordo il 79% degli italiani).

Infine, sono nette anche le responsabilità della Germania nelle trattative: ha assunto un ruolo troppo predominante e con un atteggiamento autoritario nel far prevalere le proprie posizioni sugli altri Paesi.

LE PROMESSE DI RENZI

Nell’ultima settimana il Premier ha annunciato un piano di riduzione delle tasse, che ha scaldato gli animi e monopolizzato per qualche giorno un dibattito pubblico abbastanza “distratto”, ma senza lasciare davvero un ricordo indelebile nella mente degli italiani. In definitiva le promesse del premier , pur positive nei contenuti, non appaiono credibili agli occhi dei cittadini. La maggior parte ritiene che non verranno mantenute (32%) oppure che verranno attuate soltanto in parte (52%).

LA STASI DEL SISTEMA POLITICO

Solo veramente lievissime variazioni nelle intenzioni di voto e negli equilibri politici: la situazione politica, infatti, appare completamente stabile, stagnante. I trend consolidati (particolarmente visibili nella nostra metanalisi ottenuta rielaborando i dati pubblicati di tutti i sondaggi politici) hanno spostato gli equilibri e minano lentamente la tenuta stessa del Governo. Tuttavia manca ancora un vero ribaltamento del fronte e la sfida di Renzi assume sempre più il senso di riuscire ancora ad incarnare un cambiamento credibile.

Leggi qui lo speciale di Lorien sul mese di luglio


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