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Comunione e liberazione, chi sale e chi scende

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Bonifacio Borruso apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

«Tu sei un bene per me» sarà il titolo del prossimo Meeting per l’amicizia dei popoli, 37ma edizione. Da quando non li pensa più lo storico dell’arte e docente della Cattolica, Marco Bona Castellotti, i titoli della grande manifestazione agostana del movimento cattolico di Comunione e liberazione, sono infatti molto lineari, quasi didascalici.

Bona Castellotti fa parte infatti della vecchia guardia ciellina, quella progressivamente esclusa dalla gestione del Meeting, ma anche da altre responsabilità del movimento fondato 61 anni fa da don Luigi Giussani. E questa edizione della «kermesse riminese», come amano chiamarla i giornalisti, ha mostrato come dentro Cl si sia compiuta un deciso cambiamento al vertice, iniziato con la scomparsa del fondatore e l’avvento del sacerdote spagnolo Julian Carron, nel 2005.

A Rimini il cambiamento è andato in scena e si è potuto osservare nei servizi tv e nelle foto dei giornali, intenti più a cogliere gli ospiti della manifestazione, particolarmente, i politici. Ma in quelle immagini, ad accogliere le personalità o a tenere gli incontri principali, c’era larga parte del gruppo dirigente ciellino. Paradossalmente a incarnare il nuovo corso è uno dei protagonisti del passato, Giorgio Vittadini, autentico protagonista del Meeting, di cui è il regista politico indiscusso.

Lo statistico dell’Università Bicocca di Milano è infatti uno dei pochi della vecchia gestione, quella legata a un altro accademico, per giunta compagno di ateneo, Giancarlo Cesana, oggi presidente uscente della Fondazione Policlinico del capoluogo lombardo. Cesana era diventato la guida di fatto del movimento, ai primi anni 2000, quando le condizioni di salute di Giussani andarono peggiorando. E a lui si pensava anche per il dopo, senonché fu proprio il sacerdote, negli ultimi mesi di vita, a indicare Juliàn Carròn, il prete spagnolo, biblista dell’Università San Damaso di Madrid. E carroniani doc sono diventati Alberto Savorana, portavoce di Cl e autore di una monumentale biografia su Giussani stesso, uscita lo stesso anno per Rizzoli, e Roberto Fontolan, giornalista, ex-vice di Gad Lerner al Tg1 e oggi, a capo della segreteria internazionale del movimento, nonché autore con Monica Maggioni, neopresidente Rai e che pure ciellina non è, del film per i 60 anni di Comunione e liberazione.

Savorana e Fontolan che sono stati presentissimi a Rimini. Accanto a loro, con la riminese Emilia Smurro, fondatrice del Meeting, del vecchio nucleo dirigente non c’era più nessuno. I volti nuovi, gli stessi di coloro che sfilarono per salutare personalmente Papa Bergoglio, nell’udienza del 7 marzo scorso, sono altri. Quello più in ascesa è senza dubbio Andrea Simoncini, abruzzese di Giulianova (Te), classe 1961, fiorentino d’adozione. Simoncini è un brillante costituzionalista dell’Università di Firenze, diventato professore ordinario poco più che quarantenne e allievo di Ugo De Servo, di cui è stato assistente alla Corte Costituzionale. Alle spalle ha un lungo impegno nei Cattolici popolari, fra i primi anni 80 e l’inizio degli anni ’90 l’organizzazione degli studenti ciellini, che lo porterà anche al Consiglio universitario nazionale-Cun, il parlamentino dell’accademia italiana. Così abile dialetticamente e negli incontri pubblici, piuttosto vivaci con una sinistra assai rissosa, che il rettore fiorentino di allora, Franco Scaramuzzi, lo chiamava affettuosamente «onorevole», pronosticandogli una sicura carriera parlamentare.

Già fra i dirigenti nazionali di Cl giovanissimo, il professor Simoncini è entrato nell’inner circle di Carron, ed è una delle figure pubbliche del movimento, tanto che tre anni fa, ai tempi della presa di distanza di Cl dal goverantore lombardo, Roberto Formigoni, fu incaricato di bacchettare con una dura replica il settimanale Tempi, animato da alcuni ciellini critici. A Firenze, dove ogni tanto firma editoriali sul dorso locale del Corriere, Simoncini è legato da una grande amicizia col sindaco Dario Nardella, nata quando il primo cittadino era ancora nei Ds e il professore fu nominato nel consiglio di Maggio musicale fiorentino.

Un’altra che a Rimini ha mostrato tutta la sua autorevolezza nel movimento è anche lei fiorentina d’adozione: Mariella Carlotti, perugina, classe 1960, docente di Lettere in un istituto tecnico a Prato. La professoressa, dirigente nazionale dei Memores come Vittadini, è una carroniana devota, tanto da presenziare sempre, a Milano, agli incontri quindicinali di Scuola di comunità, il catechismo ciellino, che il sacerdote tiene all’Istituto S.Cuore, nel quartiere di Lambrate. Incontri che sono trasmessi in streaming in centinaia di sale parrocchiali e teatri in tutta Italia. Carlotti, appassionata di storia dell’arte, organizza da alcuni anni mostre al Meeting, che magari non trovano il plauso degli storici dell’arte professionisti, che non mancano in Cl, ma che ottengono sempre un grande favore di pubblico.

In ascesa, anche Marta Cartabia, giudice costituzionale, nominata lo scoro anno da Giorgio Napolitano, che l’aveva conosciuta ed apprezzata proprio a un Meeting. Cartabia, milanese, classe 1963, è una costituzionalista internazionalmente stimata, e allieva di quel Joseph Weiler, presidente dell’Istituto universitario europeo, che a Rimini s’è confrontato con lo stesso Carron, nell’incontro, moderato dalla Maggioni, su «Abramo e la nascita dell’io». E in un altra conferenza sulle religioni, si è visto un altro fedelissimo di Carron, il biblista Francesco Braschi, monzese, classe 1967, che alla facoltà teologica ambrosiana ha preso il posto di Gianfranco Ravasi, oggi cardinale. Braschi s’è avvicinato al movimento da pochi anni, ma è entrato subito in sintonia con la sua guida.

Il Meeting ha segnato la consacrazione di un altro carroniano doc, Davide Perillo, direttore di Tracce, il mensile ufficiale del movimento. Romano ma milanese d’adozione, 49 anni, giornalista in forza a Sette, magazine del Corriere, nel 2007 lasciò la Rizzoli per rimpiazzare Savorana, che si dedicava alla biografia giussaniana. A lui, quest’anno, è toccato introdurre uno degli ospiti più cari a Carron, il segretario della Cei, Nunzio Galantino. E Perillo lo ha fatto con un trasporto più da dirigente ciellino che da cronista navigato.

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