Durante queste torride giornate di agosto si assiste all’ennesimo tormentone estivo: immigrati si, immigrati no.
Molti amici cattolici mi hanno chiesto quale sia il mio pensiero sulle dichiarazioni di monsignor Galantino e come bilanciare fede e ragione. Ecco di seguito ciò che penso: siamo certi che povertà, guerre e conseguente immigrazione clandestina si risolvano con dichiarazioni buoniste e accoglienza priva di regole?
Da cattolico sogno di poter contribuire a costruire la civiltà in Africa e in Medio Oriente anziché incentivare la fuga di chi ci è nato!
Ritengo, probabilmente con eccessiva supponenza, che sia finito il tempo di assecondare sterili dichiarazioni, a volte figlie del relativismo e del politicamente corretto.
Probabilmente con i milioni di euro spesi malamente per un’accoglienza e permanenza inadeguata degli immigrati, non sarebbe decisamente meglio sviluppare iniziative produttive nei loro Paesi?
Pur rispettando le posizioni della Cei e di mons. Galantino mi permetto di citare e di preferite quanto dichiarato da due grandi Papi sull’argomento immigrazione:
“Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra” (Papa Emerito Benedetto XVI)
“Costruire condizioni concrete di pace, per quanto concerne i migranti e i rifugiati, significa impegnarsi seriamente a salvaguardare anzitutto il diritto a NON EMIGRARE, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria” (Giovanni Paolo II)
Siamo sicuri che lanciare messaggi di apertura al l’immigrazione clandestina faccia il bene di chi scappa dalla povertà e dalle guerre? A me sembra che li porti a morire nel Mediterraneo.
Abbandoniamo il politicamente corretto e predisponiamo dei voli dall’Egitto di chi ha veramente diritto a scappare dalle guerre e controlliamo con coraggio il mare libico per disarmare gli scafisti ed evitare altre morti!
Nicolò Mardegan
Presidente NoixMilano