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Ecco il piano di Grillo e Cinque Stelle per una moneta parallela

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il dramma greco – in particolare la fuga dei depositi all’estero, la stretta della BCE e la chiusura delle banche e la brutale mancanza di liquidità – ha ridato fiato in Italia al dibattito sulle monete parallele all’euro. La novità è che il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo si sta decisamente convertendo alla moneta parallela.

Grillo non punta più solo, e forse neppure più tanto, sull’uscita unilaterale dell’Italia dall’euro – che appare sempre più problematica e velleitaria – ma mira piuttosto a preparare il “piano B” se l’Italia precipitasse in una grave crisi di liquidità, come è accaduto in Grecia. In questo caso, secondo Grillo, occorrerebbe nazionalizzare alcune banche ed emettere una moneta parallela in maniera tale da facilitare il processo di ritorno alla moneta nazionale e alla sovranità nazionale in campo monetario. “Ogni piano B dovrà dunque prevedere l’introduzione di una moneta parallela che all’evenienza potrà essere adottata per avviare il processo di uscita in maniera soft”.

Delle monete parallele si è discusso molto in questi mesi. E’ noto che recentemente l’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis ha proposto una moneta alternativa, uno IOU (I Owe You) per pagare stipendi pubblici e pensioni e risparmiare così i preziosi euro per i pagamenti con l’estero. E che il governo greco da Alexis Tsipras ha però rifiutato di avanzare concretamente nel progetto.

Oggi in Italia il Movimento 5 Stelle si sta orientando ad adottare la proposta italiana dei Certificati di Credito Fiscale avanzata da un gruppo di economisti ed intellettuali, tra cui Marco Cattaneo, Biagio Bossone, Luciano Gallino e il sottoscritto. La proposta di Moneta Fiscale è stata già utilizzata dal M5S con un progetto di legge che consente al cittadino di ristrutturare un immobile godendo in maniera immediata dell’intero sconto fiscale, attualmente spalmato su 10 anni, senza gravare sul bilancio dello Stato in termini di cassa. Ma la valutazione della Moneta Fiscale è positiva al di là di questo progetto settoriale. Il giudizio sulla moneta fiscale è complessivamente positivo.

“In attesa di riconquistare la sovranità monetaria, l’Italia potrebbe comunque dare un po’ di ossigeno alla propria economia attraverso una sorta di valuta parallela, del tutto legale, che ci consentirebbe di alleggerire il blocco della leva monetaria: parliamo dei Ccf, i Certificati di credito fiscale”.

La manovra suggerita in Italia prevede che lo stato emetta Certificati di Credito Fiscale, CCF, ovvero titoli di stato utilizzabili dopo due anni come sconto sui pagamenti fiscali e sui debiti verso la pubblica amministrazione. Questi CCF verrebbero distribuiti in maniera completamente gratuita alle famiglie e alle aziende, e sarebbero usati anche per finanziare infrastrutture e servizi pubblici. Come qualsiasi altri titolo negoziabile sul mercato, come i BOT e i BTP, i CCF potrebbero essere trasformati immediatamente in euro, e quindi servire a uscire dalla trappola della liquidità e ad attuare finalmente politiche espansive e di pieno impiego.
La moneta parallela proposta in Italia è comunque differente da quello prevista, e poi non attuata, in Grecia. Gli IOU proposti da Varoufakis sarebbero stati infatti sostitutivi rispetto alla moneta unica. Invece la moneta fiscale proposta in Italia non si sostituisce all’euro ma è aggiuntiva (e gratuita). Serve a rilanciare la domanda interna, possibilmente dentro i vincoli dell’euro, più che a forzare l’uscita dall’euro.

I CCF presentano infatti due vantaggi essenziali: essendo titoli di credito, non generano debito pubblico al momento dell’emissione; inoltre, essendo denominati in euro, non costituiscono una moneta alternativa alla moneta unica. I titoli fiscali rispettano così i vincoli posti dai trattati dell’Eurozona. Inoltre una manovra basata sui CCF, se opportunamente calibrata, grazie al moltiplicatore del reddito, permette di aumentare il PIL e di incrementare i ricavi fiscali in misura tale da riportare in equilibrio il bilancio pubblico.

La manovra prevede l’emissione di decine di miliardi di CCF e sarebbe in effetti molto simile a quella nota agli economisti come “helicopter money”, cioè denaro gettato dall’elicottero direttamente a tutti i cittadini. I CCF distribuiti gratuitamente farebbero ovviamente la felicità dei cittadini e delle imprese e potrebbero rilanciare l’economia meglio del Quantitative Easing promosso dalla Banca Centrale Europea. Il QE resta infatti in gran parte confinato all’economia finanziaria, mentre i CCF ridarebbero ossigeno all’economia reale.

Del resto alcuni autorevoli economisti hanno inviato un articolo pubblicato recentemente sul Financial Times calcolando che i soldi previsti dal QE (1,1 triliardi) potrebbero essere utilizzati per distribuire a tutti i 330 milioni di cittadini dell’eurozona 175 euro al mese per 19 mesi.

L’helicopter money ci farebbe insomma uscire subito dalla crisi deflattiva che colpisce l’Europa. Se i governi e i Parlamenti decidessero autonomamente di adottare la moneta fiscale, si rilancerebbe finalmente la crescita senza uscire dall’euro. L’Italia, eventualmente insieme agli altri paesi periferici dell’eurozona, potrebbe finalmente agire secondo i propri legittimi interessi nazionali.

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