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Mistral, ecco come Francia e Russia si dicono arrivederci

Dopo un lungo braccio di ferro, Francia e Russia hanno raggiunto un’intesa sulle due navi di classe Mistral, la cui consegna alla Marina militare di Mosca è stata annullata sotto la pressione degli Stati Uniti e dell’Unione europea in seguito alla crisi ucraina.

I TERMINI DELL’ACCORDO

I termini dell’accordo, riportati ieri in una dichiarazione congiunta dei due Paesi, sono semplici: Parigi ha già rimborsato il Cremlino dei soldi già versati dalla Russia per le due portaelicotteri e gli renderà anche le attrezzature russe già presenti sulle imbarcazioni; in cambio Mosca lascia libera la Francia di utilizzare o vendere le navi da guerra come meglio crede.

LA SVOLTA

Parigi ha provato fino all’ultimo a salvare l’affare. Ad ottobre scorso, il presidente francese François Hollande cercò di condizionare la consegna delle unità all’applicazione integrale in Ucraina degli accordi di Minsk e ad un cessate il fuoco fra le parti “rispettato integralmente”. Successivamente, a novembre, l’Eliseo annunciò il rinvio “fino a nuovo ordine” della consegna delle unità, giudicando che la situazione in Ucraina non consentisse ancora di onorare il contratto, sul quale si addensavano critiche crescenti degli alleati. Poi la prima apertura a una risoluzione condivisa del contratto era arrivata il 22 aprile scorso – spiega Le Monde – quando il presidente francese François Hollande aveva aperto la porta alla possibilità di un rimborso nei confronti di Mosca dopo un incontro con il suo omologo russo Vladimir Putin a Erevan. E ieri la comunicazione dell’avvenuto accordo.

LE CARATTERISTICHE

Per le sue caratteristiche la Mistral, racconta il Centro Studi Internazionali, è “estremamente versatile” e “dotata di grandi capacità di proiezione militare”. Infatti, consente non solo di “esser impiegata in operazioni anti-sommergibili tramite l’utilizzo di elicotteri o in operazioni di assalto anfibio”, ma può svolgere in modo efficace anche un “ruolo di sorveglianza e controllo”. Le due unità ordinate dalla Marina russa (Vladivostok e Sevastopol), qualora consegnate, sarebbero state impiegate in aree strategiche per Mosca quali il Pacifico, le acque del nord ovest e il Mar Nero. “Grazie alle loro capacità di proiezione di potenza – ritiene il pensatoio presieduto da Andrea Margelletti – avrebbero potuto consentire alla Russia di aumentare la sua influenza anche sulle coste mediorientali del Mediterraneo”. Ed è questo l’aspetto che ha finora preoccupato maggiormente gli alleati di Parigi, europei e non solo.

L’AFFARE SALTATO

La vendita delle due unità – ricorda Bloomberg – era stata conclusa nel 2011, mentre all’Eliseo sedeva Nicolas Sarkozy. Il loro costo era di 1,2 miliardi di euro, mai dichiarato ufficialmente, ma trapelato agli organi di stampa. In seguito, però, la consegna delle navi assunse un tono politico e gli alleati occidentali avevano criticato Parigi per voler concludere comunque l’affare nonostante l’atteggiamento russo nella crisi ucraina, che ha portato poi Usa ed Ue a comminare a Mosca pesanti sanzioni ancora in vigore.

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