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Nuovo patto Gentiloni?

Adesso abbiamo capito. Se Matteo Renzi avesse proposto Monica Maggioni per il Quirinale e Sergio Mattarella per la presidenza della Rai, il Patto del Nazareno avrebbe avuto una storia diversa.

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In forza di una norma stupidamente giovanilistica tre consiglieri di amministrazione eletti dalla Commissione di vigilanza alla Rai non potrebbero ricevere alcun compenso perché costretti a lavorare gratis, essendo già pensionati. E’ veramente singolare che ad una Commissione parlamentare sfugga una disposizione legislativa discutibile ma chiara. Ma siamo certi che alla Funzione pubblica staranno già preparando una circolare interpretativa che salvi capra e cavoli, come fecero a suo tempo con la nomina di Tiziano Treu in qualità di commissario straordinario dell’Inps. Anche se, ad onor del vero, Treu non percepì alcun emolumento.

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Il patto Gentiloni fu un accordo stipulato tra i liberali di Giovanni Giolitti e l’Unione Elettorale Cattolica Italiana (U.E.C.I.), presieduta dal Conte Vincenzo Ottorino Gentiloni (da cui l’accordo prese il nome), in vista delle elezioni politiche del 1913. L’accordo segnò l’ingresso ufficiale dei cattolici nella vita politica italiana, dopo l’Unità d’Italia e il ‘’Non expedit’’ papale che ne aveva impedito la partecipazione elettorale come atto di  protesta per la presa di Roma il 20 settembre 1870. Un nuovo patto Gentiloni (‘’triangolato’’ per telefono da Teheran tra il ministro degli Esteri, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi) ha portato Monica Maggioni alla presidenza della Rai. Non tutti i patti, come le ciambelle, riescono col buco. E non tutti i Gentiloni finiscono nei libri di storia patria.

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