Il presidente Barack Obama è in vacanza con la famiglia sull’isola di Martha’s Vineyard, ma l’eco delle sue recenti critiche aleggia sulla campagna elettorale per Usa 2016: “Il popolo americano merita di meglio”, aveva affermato a fine luglio, mentre era in missione in Africa, criticando i toni della competizione e, in particolare, alcune sortite controverse del repubblicano Donald Trump. E chissà che cosa direbbe oggi, dopo gli strascichi polemici del dibattito repubblicano del 6 agosto e le ultime sortite dell’estroso miliardario.
Obama pensa che si stia “creando una cultura che non conduce a una buona politica”: “Tra 18 mesi, lascerò la Casa Bianca – aveva detto -. Voglio essere sicuro di lasciarla a qualcuno che affronti seriamente i problemi del Paese e del Mondo”. E, in un’altra occasione, nella stessa missione, Obama aveva affermato che, se potesse ricandidarsi alla Casa Bianca, “credo che potrei vincere”.
Oltre che con Trump, Obama ce l’aveva con l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee, che – commentando l’accordo sul nucleare iraniano – lo aveva accusato di “fare marciare gli israeliani verso i forni”, con riferimento all’Olocausto: “I commenti di Huckabee rivelano un atteggiamento che sarebbe ridicolo se non fosse triste”.
E il presidente aveva ancora aggiunto: “Un senatore ha definito John Kerry ‘Ponzio Pilato’. Un altro, che corre per la nomination, ha parlato di me come del principale sponsor statale del terrorismo”, riferendosi rispettivamente a Tom Cotton e Ted Cruz. Ricordati gli attacchi “offensivi” di Trump contro il senatore repubblicano ed eroe di guerra John McCain, Obama aveva sottolineato: “Questa non è la leadership di cui ha bisogno l’America”.