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Tutte le anomalie di Gabrielli commissario-sindaco a Roma

Il governo ha il potere di sostituirsi alle amministrazioni comunali che per vari motivi non funzionino: si chiama commissariamento.

È una scelta politica forte e carica di conseguenza e chi la prende se ne assume la responsabilità. Ma non ci sono mi pare altre strade per sostituire la volontà degli elettori con i poteri dell’esecutivo. Ci possono essere commissariamenti ad hoc, per eventi straordinari come le olimpiadi o il Giubileo, ma si tratta di misure limitate agli obiettivi e soprattutto “a tempo”. A Roma invece il tutoraggio governativo sul sindaco è ampio e sine die.

Ma c’è di più. La modalità del semi-commissariamento romano è ancora più dubbia e foriera di guai se – come viene dato per scontato – la fase di tutela governativa sul sindaco Ignazio Marino servirà al prefetto Franco Gabrielli “per farsi le ossa” come candidato sindaco alle prossime elezioni.

Non mi pare che la cosa sia stata valutata attentamente in tutta la sua portata di torsione democratica. Il governo a guida Pd sceglie di mettere nelle mani di un suo funzionario quasi tutti i poteri di guida della capitale per poi – a tempo debito – trasformarlo in un politico e lanciarlo nella corsa elettorale.

Tutto questo mi pare come una fortissima alterazione della concorrenza democratica, grazie alla quale il Pd crea a tavolino un “incumbent” da sostituire a quello regolarmente eletto ma ritenuto non adeguato. Si tratta di una procedura senza precedenti per la vastità di settori devoluti dalla giunta comunale alla potestà governativa, con l’aggravante che la legge elettorale per i comuni individua nel sindaco eletto direttamente la chiave di volta del sistema amministrativo: una sorta di presidenzialismo comunale che rende questa scelta se volete ancora più scabrosa dei famigerati governi tecnici, i quali almeno avevano la fiducia del Parlamento.

Si crea in questo modo un precedente che non mancherà di funestare scelte future in casi analoghi. Non ho visto particolare scandalo tra le opposizioni, che dovrebbero invece meglio valutare quale posizione di vantaggio di sarà guadagnato sul campo (anche in buona fede) il Prefetto Gabrielli prima di diventare il candidato Gabrielli.

Non vorrei che questa scelta del governo – come altre – finisse al capolinea della Consulta, magari tra qualche anno, quando riavvolgere il film sarà impossibile.



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