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Volkswagen e non solo, parliamo anche dell’ottuso ambientalismo applicato alle auto?

I tedeschi non sono il modello ambientale descritto in Italia dai nostri Verdi. Ossessionati dal nucleare (che è a inquinamento zero) i Verdi tacciono su fatto che i tedeschi sostituiscono il nucleare col carbone. Ora si scopre che hanno installato software su alcuni modelli Wolkswagen destinati agli Usa per aggirare le norme americane sulle emissioni. Ma neanche i socialisti tedeschi devono stare allegri.

La Volkswagen è il monumento del modello renano, dell’antiliberismo, della cogestione, del primato del manager sul padrone (l’ad che si è dimesso è stato imposto dai sindacati e dallo stato, attraverso il Land, contro il maggiore azionista privato della Volkswagen, il mitico padrone della Porsche, del dominio del sindacato). Un modello, ad esempio, che i nostri sindacalisti hanno sempre osannato come l’opposto della Fiat, il sogno “nascosto” di Landini quando parla di intervento dello Stato in Fiat.

Se la Germania non è un modello ambientale, nemmeno il residuo modello socialdemocratico delle sue relazioni industriali sarebbe esente da critiche. Detto questo, diamo pane al pane e vino al vino. Le macchine Volkswagen sotto processo in Usa in Europa risultano perfettamente nella norma delle missioni. E’ possibile, nell’era della globalizzazione, che i mercati dell’auto siano regolati da norme di emissioni, in taluni casi, non solo differenti ma diametralmente opposti come criteri di emissione?

I limiti ammessi in Usa sono la metà dell’Europa. Si possono fare automobili diverse tecnologicamente a seconda del mercato? Un assurdo. E’ possibile che l’Europa, ambientalmente, preferisca il diesel e che gli Usa, ambientalmente, preferiscano la benzina?

Wolksvagen ha fatto una truffa. Ma qualcosa non va nelle politiche ambientali per l’auto. Spesso prevale la demagogia a danno della tecnica.



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