Nelle ultime settimane di agosto un unico tema ha focalizzato l’attenzione degli italiani: i continui sbarchi di immigrati, i soccorsi in mare e le analoghe notizie dagli altri Paesi di confine europei.
Emerge evidentemente come sia sempre più alta la preoccupazione da parte degli italiani sul tema (+20% in soli due mesi), alimentata anche da un’attenzione mediatica che potremmo ormai definire “monotematica”. Risulta altresì chiaro che non si tratti più di semplice “emergenza” contingente, ma un fenomeno globale ed epocale.
Questione che rimarrà centrale anche per gli anni a venire e che necessita non solo di soluzioni strutturali ma anche di visione di lungo periodo. Si è ormai instaurata la consapevolezza che le istituzioni nazionali e locali non possono e non sono in grado di gestire un fenomeno di questa portata, servono politiche europee e soluzioni globali. Le soluzioni adottate fin’ora appaiono inadeguate, troppo deboli e addirittura tardive.
Inoltre, il combinarsi di questi fenomeni e di flussi di così vasta portata all’avanzata del terrorismo internazionale preoccupa sempre più i cittadini d’Europa. Ad oggi il 52% degli italiani si sente minacciato dalla presenza di migranti (+3% negli ultimi due mesi), il tema spacca in due il Paese. Le cause della minaccia sono da evidenziare principalmente nella mancanza di lavoro e nei timori circa l’aumento della criminalità. La soluzione ipotizzabile, che trova più accordo ed è ritenuta necessaria sarebbe l’istituzione di un vero sistema globale (o perlomeno europeo) di accoglienza, che non può prescindere anche da un’equa distribuzione dei richiedenti asilo tra i veri Paesi. Positivo, per il momento, anche il giudizio sull’operazione Triton che vede l’Europa affiancare l’Italia per evitare le tragedie del mare, ma anche questo dispiegamento di mezzi sembra essere insufficiente a fronte dei trend di afflussi prevedibili.
