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I consigli di Squinzi (Confindustria) a Renzi e Guidi sul mercato elettrico

Un mercato elettrico competitivo ed efficiente. Magari in grado di far risparmiare ai consumatori fino a un miliardo di euro. Una rivoluzione immaginata da Confindustria il cui presidente, Giorgio Squinzi, ha riunito ieri pomeriggio nella sua sede centrale dell’associazione un piccolo gotha del comparto elettrico: dai vertici di Terna al presidente di Assoelettrica Chicco Testa, passando per il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni. A rappresentare il governo, invece, il ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. Obiettivo? Presentare una serie di proposte per aggiornare un mercato elettrico non ancora al passo coi tempi alle necessità dei cambiamenti climatici e renderlo al contempo  efficiente, azzerando per esempio il rischio di black out e migliorando il dispacciamento di energia. Il tutto snellendone la struttura per renderlo alla fine meno costoso per gli utenti.

LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA

L’associazione degli industriali ha stilato una serie di proposte, con cui suggerire al governo di Matteo Renzi come e quando intervenire su un settore strategico per un Paese, come l’Italia, non autosufficiente dal punto di vista energetico. Quelli di Confindustria sono consigli, spetterà infatti al governo tradurli in atto pratico attraverso dei decreti. Tre le aree di intervento individuate da Confindustria. Innanzitutto la necessità di creare un sistema di prezzi in grado di promuovere in modo sinergico rinnovabili, termoelettrico e comportamenti di consumo efficienti. Una sorta di allineamento delle tariffe al fine di evitare quegli squilibri sui costi per chi sceglie un tipo di approvigionamento piuttosto che un’altro. Altro suggerimento, investire su sistemi energetici sempre più innovativi, in grado di creare un assetto competitivo ed efficiente per promuovere la sfida tecnologica e le opportunità di crescita economica ad essa associata. Ancora, la rimozione di tutte quelle piccole e grandi inefficienza che potrebbero pregiudicare la competitività del sistema industriale italiano con particolare attenzione al sistema delle Pmi.

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I RISPARMI PER I CITTADINI

La riforma suggerita da Viale dell’Astronomia dovrebbe poi avere ricadute positive sulle tasche dei cittadini. Secondo le stime dell’associazione, entro il 2018 si calcola un risparmio di circa 600 milioni di euro, cui va poi aggiunto un ulteriore risparmio di circa 300 milioni  nel medio lungo termine, ossia quando l’implementazione di tutte le soluzioni previste nel pacchetto di riforma saranno operative e a regime. Le riduzioni di spesa, hanno fatto notare da Confindustria, sarebbero direttamente proporzionali agli interventi, materializzandosi più o meno velocemente a seconda del timing delle riforme.

L’APPELLO DI SQUINZI

Un appello accorato alle istituzioni è arrivato poi direttamente dal presidente degli industriali Squinzi. “Se non abbiamo il coraggio di affrontare in modo radicale il cambio di paradigma che sta attraversando il settore, difficilmente potremo cambiare l’assetto interno a una prospettiva europea”, ha spiegato Squinzi. Definendo le proposte di Confindustria come “una conferma della centralità di questo mercato come strumento per la liberalizzazione. Oggi va definito in tempi rapidi un assetto stabile del mercato elettrico, perchè è indispensabile garantire l’efficienza della produzione elettrica”.

L’IMPEGNO DEL GOVERNO

Il governo stavolta non ha fatto orecchie da mercante, impegnandosi per un’accelerazione verso una riforma del mercato elettrico. “Per quello che potremo fare noi ci impegniamo su queste proposte”, ha detto sibillina il ministro Guidi, reduce da una visita in Algeria con al centro proprio il tema dell’energia. “Credo che molte cose sono state fatte finora ma il nostro impegno deve tenere conto di queste proposte”.


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