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Eni e Saipem, ecco i prossimi passi in Egitto

Di recente se n’è parlato spesso inserendola tra le possibili dismissioni della nuova Eni a guida Descalzi, ma Saipem ha ancora “un ruolo importante” da recitare, questa volta nello sviluppo del maxi giacimento di gas scoperto dal Cane a sei zampe in Egitto.
A spiegarlo ieri nel corso dell’audizione alle commissioni industria di Camera e Senato è stato lo stesso ad di Eni, che ha rimarcato come l’azienda sia ancora strategica per la compagnia, almeno a breve termine.

LE PAROLE DI DESCALZI

Nei piani aziendali, la controllata del gigante degli idrocarburi avrà un ruolo rilevante, come detto. Tuttavia Claudio Descalzi predica prudenza. “È ancora presto per dirlo – ha aggiunto – dobbiamo ancora definire la joint venture con il governo egiziano. Però penso che Saipem avrà un ruolo importante se vogliano procedere velocemente”. D’altronde, ha ricordato l’ad, Saipem è già operativa: è sua la nave che si sta utilizzando per l’esplorazione del giacimento.

L’IMPORTANZA DI SAIPEM

L’Eni – aveva scritto pochi giorni fa su Formiche.net il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Gianni Bessi – ha scoperto il mega giacimento di gas in Egitto “grazie al lavoro di 300 donne e uomini altamente specializzati ed utilizzando le tecnologie della Saipem 10000, una nave che possiede strumentazioni all’avanguardia per la ricerca oil&gas”.

LE RICADUTE PER L’ITALIA

Ex ministri ed esperti come Alberto Clò non hanno lesinato entusiasmo per descrivere l’importanza tecnologica della scoperta in Egitto; e studiosi e analisti come Giulio Sapelli ne hanno evidenziato le straordinarie opportunità geopolitiche. Per i vertici del Cane a sei zampe, lo sviluppo di Zohr, questo il nome del giacimento di gas, avrà anche ricadute “per tutto l’indotto italiano”.

I TEMPI DI SVILUPPO

Effetti benefici che per Descalzi non tarderanno ad arrivare. Il Cairo, ha detto ieri, intende sviluppare rapidamente il giacimento di gas. “I tempi di sviluppo sono molto stretti” ha indicato Descalzi annunciando che “stiamo definendo il piano di sviluppo e investimenti”. L’Egitto punta ad avviare la produzione già nel 2017. Sui costi l’ad non ha potuto fornire numeri precisi che sono in fase di elaborazione. Tuttavia ha ricordato che il ministro dell’energia dell’Egitto ha indicato costi di 6-7 miliardi. “Come ordine di grandezza – ha detto – riusciremo a stare sotto i 10 miliardi di investimento complessivo”. Per giacimenti di quelle dimensioni in genere i costi sono maggiori.

LA PRODUZIONE

Anche il rendimento sarà a suo modo “gigante”. I numeri non sono di poco conto: Descalzi ha spiegato che nella fase di massimo sfruttamento, la produzione sarà di 70-80 milioni di metri cubi al giorno, pari a 30-35 miliardi l’anno”. Un valore “estremamente importante”.

UNA STRATEGIA CHE PAGA

E pensare che l’Eni aveva proposto di collaborare al progetto anche ad altre Big Oil, che però hanno declinato, non credendoci. Nel suo intervento Descalzi ha infatti rivelato che sul giacimento di Zohr il Cane a sei zampe avrebbe potuto avere dei partner. “C’erano partner con opzioni fino a fine luglio ma fortunatamente per noi e sfortunatamente per loro hanno rinunciato”. Dunque il maxi-giacimento è al 100% di Eni e l’ad ha sottolineato che la scoperta valorizza la strategia di Eni di “insistere sui giacimenti convenzionali, cioè  meno costosi, e su aree che già conosciamo”.

LE SORPRESE POSSIBILI

Non è tutto. Forse le sorprese legate alla scoperta egiziana non sono ancora terminate. Secondo i tecnici del gruppo italiano, ha detto ancora Descalzi, potrebbe esserci addirittura un altro giacimento sotto quello appena trovato di Zohr, anch’esso dai volumi importanti, anche non sarebbe a gas puro ma potrebbero esserci condensati e olio.

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