Tra madre e figlio esiste una rapporto unico, indissolubile. Talvolta le madri vengono accusate di manipolare i loro figli/figlie e le suocere sono spesso considerate una presenza ingombrante, almeno nella tradizione popolare. In realtà sono proprio i figli e le figlie, sin dal concepimento, a manipolare le loro madri.
Recentemente, un gruppo di patologi dell’Università di Leiden in Olanda ha esaminato i tessuti di 26 donne decedute durante o subito dopo il parto di un figlio maschio. I medici hanno cercato nei tessuti cellule contenenti il cromosoma Y che è tipicamente maschile e non si trova nelle cellule delle donne (nel caso delle figlie femmine l’analisi sarebbe molto più complessa). Sorprendentemente hanno trovato che tutti i tessuti analizzati (cervello, cuore, reni ed altri) contenevano cellule del figlio con una frequenza di circa 1 cellula ogni 1000. I dati sono stati pubblicati su Molecular Human Reproduction.
Già negli anni 90 si era visto che cellule del feto potevano lasciare l’utero e diffondersi nel corpo della madre dando origine ad un fenomeno noto come “microchimerismo”. La cosa sorprendente è che le cellule fetali non si limitano a invadere il corpo della madre, ma entrano a farne parte. Quando ad esempio raggiungono il cuore differenziano in cellule cardiache e vengono incorporate nel cuore materno.
Probabilmente questo fenomeno avviene in tutte le donne che rimangono incinta. La maggior parte delle cellule del figlio vengono perse durante gli anni. Ma alcune sopravvivono per tutta la vita della donna. Nel 2012 uno studio condotto sul cervello di 59 madri di figli maschi decedute in età avanzata aveva trovato cellule con il cromosoma Y nel 63% dei casi. Così il microchimerismo sembra essere un fenomeno biologico normale anche se il suo significato è ancora misterioso. Alcuni temono che alla lunga le cellule del figlio potrebbero evolvere in tumori. Altri ricercatori invece sostengono l’ipotesi opposta, ovvero che potrebbero avere un effetto protettivo. In ogni caso sembra essere un fenomeno conservato nell’evoluzione dei mammiferi, già presente prima che evolvesse la nostra specie.
I ricercatori ipotizzano che il microchimerismo sia parte di un programma genico che tende a risolvere un conflitto di interesse tra madre e figlio. Da un punto di vista evolutivo il successo riproduttivo della madre si misura con il numero di figli che riesce a portare all’età adulta. Per far questo deve cerare di minimizzare le risorse che dedica ad ogni singolo figlio. Se infatti si dedica troppo ad un figlio le rimane poco per gli altri. Tuttavia il figlio che riesce a convincere la madre a dedicargli più attenzioni avrà maggiori probabilità di raggiungere l’età adulta. Le cellule fetali che invadono il corpo della madre potrebbero aver il ruolo di manipolare la fisiologia e psicologia della madre a favore del figlio. Ad esempio le cellule che si localizzano nel seno potrebbero indurre una maggior produzione di latte. Le cellule che colonizzano la tiroide potrebbero far aumentare la temperatura corporea della madre offrendo una situazione più favorevole per il piccolo. O le cellule che si accumulano nel cervello potrebbero influenzare la psicologia e condizionare il comportamento della madre nei mesi successivi al parto. Molte di queste ipotesi sono oggi verificabili.
Insomma i figli sembrano proprio cambiare la vita delle loro madri.