Sono morti a migliaia traversando il mare di Sicilia, bambini, donne, uomini, ogni giorno da anni.
Lampedusa esplodeva di rifugiati, Pozzallo, il Cara di Mineo, erano e sono luoghi di tensioni, proteste e scontri. Ma niente: per Francia, Inghilterra, Germania e Ungheria, Dublino era un totem e le quote obbligatorie un’eresia fino a nemmeno un mese fa.
Poi scoppiano i tumulti a Budapest, l’Austria è sotto pressione, la Germania vuole i siriani, a Calais si contano i morti e i treni vengono presi d’assalto.
Così da un giorno all’altro Dublino si può rottamare e le quote obbligatorie diventano buone e giuste.
Certo l’Italia lo chiedeva da tempo ma non mi pare una cosa per cui entusiasmarsi. Diciamo.