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L’Europa spappolata e il caso Marò visti da Gentiloni, Casini e Cicchitto

Quaranta giovani sono stati protagonisti della decima edizione della summer school della Fondazione Magna Carta, presieduta dal senatore Gaetano Quagliariello, tenuta a Villa Tuscolana a Frascati.

(GUARDA LE FOTO DI PIZZI ALLA SUMMER SCHOOL DI MAGNA CARTA)

In un momento in cui l’Europa si scontra con la mancanza di una vera unità politica, nella giornata conclusiva della scuola il ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni, il presidente della commissione Affari esteri del Senato Pierferdinando Casini e il suo omologo della Camera Fabrizio Cicchitto, si sono confrontati sul tema: “Cercasi politica estera europea“.

A distanza di piu di 60 anni dal fallimento del tentativo, fatto dai padri fondatori dell’Europa, di costruire una Comunità politica europea e una Comunità europea di difesa (il progetto congiunto fallì in seguito alla mancata ratifica della Ced da parte dell’Assemblea parlamentare francese), la sfida rimane la stessa: come possiamo avere una politica estera comune senza un’unità politica?

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Dal confronto dei relatori è emerso che la mancanza di unità crea anche un vuoto di leadership europea, per dirla alla Henry Kissinger (a cui viene attribuita la paternità della celebre frase “Chi devo chiamare se voglio parlare con l’Europa?”). In questo vuoto si è inserita la Germania che forte della continuità politica impersonata da Angela Merkel, della potenza, della stabilità economica e dei suoi 80 milioni di abitanti ha acquisito naturalmente la conduzione dell’Ue. Ma dal dibattito è emerso anche che c’è un altro attore esterno che influenza le decisioni europee: gli Stati Uniti che hanno il loro “cavallo di Troia” in Europa ovvero la Gran Bretagna, con lo sguardo sempre attento sul continente per evitare che il “vecchio nemico russo” possa guadagnare posizioni.

I relatori hanno attirato l’attenzione dei ragazzi sul fatto che nel Trattato di Lisbona non è proprio chiaro (forse volutamente) chi debba prendere decisioni in materia di politica estera. L’articolo 24 recita che la politica estera è definita e attuata dal Consiglio europeo e dal Consiglio dei Ministri; il 27 chiarisce che l’Alto Rappresentante contribuisce con proposte all’elaborazione della politica estera; il 15 attribuisce la rappresentanza esterna dell’Ue al presidente del Consiglio europeo; e per finire le decisioni di politica estera devono essere prese all’unanimità.

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Il dibattito ha messo d’accordo tutti: senza Europa politica non può esistere una politica estera comune.

In conclusione è arrivata anche una domanda sui fucilieri di Marina. Il ministro Gentiloni è fiducioso dell’azione del Governo e dell’arbitrato internazionale; Casini ha sottolineato che se i Fucilieri di Marina fossero stati tedeschi, l’India si sarebbe comportata allo stesso modo perché è un continente che rivendica la sua posizione nello scacchiere mondiale con fierezza e orgoglio; Cicchitto ha affondato il colpo contro l’incapacità di gestione della vicenda dimostrata dal Governo Monti (che era primo ministro al momento dell’arresto) e la poca collaborazione della Magistratura italiana, che non ha voluto arrestare i due Fucilieri di Marina (quanto meno per sottoporli alla giustizia italiana) nel periodo di permanenza in Italia nelle feste natalizie di 2 anni fa.


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