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Così Obama in Alaska vive il cambiamento climatico

È iniziato ieri il viaggio di Barack Obama in Alaska in occasione della conferenza Glacier che si è tenuta ad Anchorage alla presenza degli otto ministri degli esteri dei Paesi artici ­(Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Svezia e Usa).

Durante la conferenza il clima è stato il principale protagonista. La regione più settentrionale del mondo soffre per il cambiamento climatico. L’innalzamento della temperatura e il relativo scioglimento dei ghiacciai costituisce una seria minaccia per la popolazione locale. Ma anche gli effetti globali non sono da meno. In un discorso tenuto prima della partenza Obama ha sottolineato: “In Alaska si assiste ad uno dei più veloci livelli di erosione litorale del mondo, in alcuni punti si arriva persino a più di tre piedi in un anno (circa un metro, ndr)”.

In vista della conferenza di Parigi sul clima il presidente Usa sta cercando di convincere gli altri Paesi a seguirlo nella lotta contro il cambiamento climatico. La visita in Alaska è forse una delle più significative in tal senso. Il segretario di Stato, John Kerry, nel suo discorso ad Anchorage ha ricordato che “la priorità deve essere quella di lavorare insieme e che solo uniti si può cercare di affrontare e risolvere le conseguenze del cambiamento climatico”.

Oggi, riporta The New York Times, Obama proporrà l’accelerazione del programma di acquisizione di nuove navi rompi-ghiaccio a disposizione della Guardia Costiera. In una nota della Casa Bianca si legge: “L’ecosistema artico è tra i più incontaminati del mondo, il ché significa che maggiori attività commerciali comporteranno maggiori rischi ambientali. La crescita delle attività umane nella regione artica richiederà un maggior impegno per garantire il commercio globale, la ricerca scientifica, le attività di soccorso e la generale stabilità dell’area”.

Sempre secondo il New York Times il presidente Usa annuncerà l’iniziativa congiunta della National Oceanic and Atmospheric Administration e della Guardia Costiera per mappare le aree recentemente aperte dei mari di Bering, Chukchi e Beaufort. Sul sito dell’Amministrazione si apprende anche che i ricercatori Al Hermann e Wei Cheng sono coinvolti in un programma per monitorare gli effetti del cambiamento climatico nell’area al fine di controllare le influenze sulla popolazione ittica e assicurare una sempre maggiore sicurezza nello svolgimento delle attività umane.

Durante la visita di Obama nell’Artico che si concluderà domani, sono previste un’escursione in barca nel parco nazionale Kenai Fjords, una visita alla comunità rurale di Dillingham – dove è presente la più famosa corsa dei salmoni per la deposizione delle uova – e infine un passaggio alla città di Kotzebue, tra le più colpite dalle erosioni litorali e dallo scioglimento dei ghiacciai. Per gli appassionati di reality, forse, interesserà sapere che queste visite saranno anche occasione per girare una puntata di Running Wild della Nbc, programma che mette i partecipanti alla prova di situazioni estreme di sopravvivenza. Il presidente Usa sarà in compagnia di Bear Grylls, ex membro delle forze speciali della Gran Bretagna.

La visita di Obama è circondata anche da qualche polemica, soprattutto in riferimento alla recente autorizzazione data alla Royal Dutch Shell per trivellare a largo delle coste artiche in cerca di giacimenti di gas e petrolio. Il Guardian ha scritto che Faith Gemmill di RedOil, presente ad Anchorage per la manifestazione contro le trivellazioni della Shell, ha affermato: “Le popolazioni indigene dell’Alaska hanno già subito impatti allarmanti derivanti dal cambiamento climatico e le trivellazioni della Shell non faranno altro che peggiorare la loro situazione”.


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