Skip to main content

Papa Francesco, il discorso al Congresso visto dalla stampa Usa

Se la visita di Papa Francesco non è servita finora a rasserenare troppo il clima politico d’Oltreoceano, ha senz’altro raggiunto l’obiettivo di mettere d’accordo due dei principali giornali Usa, spesso agli antipodi: il conservatore Washington Post e il liberal New York Times. Entrambi uniti nel descrivere il discorso del Papa al Congresso – il primo della Storia per un pontefice -, come una “sfida all’establishment americano”.

LEGGI IL DISCORSO COMPLETO DEL PAPA AL CONGRESSO

VEDI IL VIDEO DELLE PAROLE DEL PAPA A CAPITOL HILL

UN PAPA POLITICO

Per il quotidiano della capitale, “anche prima di diventare il primo Papa a parlare a Capitol Hill, Bergoglio aveva modellato un’agenda più politica dei suoi predecessori”, con messaggi “pungenti” rivolti “alla classe dirigente” riunita in Parlamento per ascoltarlo. Il suo primo “passo” politico era stato quello in cui si era presentato come “un figlio di migranti”. Un tema non solo europeo, dal momento che l’attuale favorito alla nomination repubblicana, Donald Trump – ricorda il WaPo -, ha fatto dell’immigrazione dal Messico uno dei suoi cavalli di battaglia.

I TEMI DI BERGOGLIO

Anche al Congresso, rimarca il quotidiano di DC, Francesco ha stupito, al di là dei temi affrontati. “I suoi messaggi politici sono stati particolarmente sorprendenti, se confrontati con la sua performance a Cuba, dove non ha detto nulla sulla libertà religiosa, a differenza di Giovanni Paolo II che nella sua visita sull’isola nel 1998 parlò esplicitamente di diritti umani”. Forse, è l’analisi del Post,  Bergoglio “ha creduto che il sistema politico aperto degli Stati Uniti gli avrebbe permesso di parlare più liberamente senza offendere le autorità politiche locali rispetto a un Paese dal governo comunista come Cuba”.

QUANTO INCIDERÀ?

Nonostante le parole sferzanti del Pontefice, il quotidiano della capitale non crede in un “effetto Papa” negli Usa. “Vorremmo sperare che il dibattito presidenziale”, infuocato proprio dall’irriverenza di Trump, “possa essere influenzato dalla compassione del Papa, ma non accadrà”. “In passato altri papi hanno avuto un forte impatto politico laddove la libertà di parlare era negata, come nella Polonia comunista. Negli Stati Uniti, invece, non vi è carenza di sostenitori e oppositori delle posizioni del Papa. La sua è una voce potente, ma nei dibattiti di Washington resterà una tra le tante”.

GLI IDEALI AMERICANI

Nel suo editoriale, il New York Times si è soffermato invece sulla sferzata che Bergoglio, “lungi dal predicare”, ha dato ai parlamentari americani: divisi e spesso dimentichi delle radici dell’America, “costruita dai migranti” e da esempi di solidarietà religiosa, anche cristiana. La politica come vocazione, dunque, al di là dei temi divisivi che pure non sono stati elusi sia direttamente sia in sottofondo: povertà, disuguaglianza, tolleranza, temi etici. “Papa Francesco è stato gentile, ma fermo nell’enunciare gli ideali della nazione”, ha rimarcato il giornale della Grande Mela, che oggi accoglierà il Papa per il suo discorso al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. “Per gli americani frustrati dagli ingorghi del Congresso e un incombete shutdown del governo”, il messaggio di speranza e di sprone del Pontefice è giunto dritto al popolo americano, ma soprattutto a chi è chiamato a guidarlo:  “Un buon leader politico è colui che, con l’interesse di tutti in mente, coglie il momento in uno spirito di apertura e di pragmatismo”.

(foto: Stephen Crowley/The New York Times)



CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter