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Lettera di Bergoglio per il Giubileo, ecco entusiasti e attendisti

Come facilmente intuibile, il punto della lettera inviata dal Papa a mons. Rino Fisichella in vista del Giubileo che più ha calamitato l’attenzione dei commentatori è quello relativo all’assoluzione per chi ha procurato un aborto. E’ questa una delle due novità che “riguardano due punti nevralgici”, ha scritto il vaticanista dell’Espresso, Sandro Magister. L’altro riguarda la validità e liceità dell’assoluzione dei peccati da parte dei sacerdoti della Fraternità San Pio X, i lefevriani. Scrive Magister che “i due provvedimenti decisi da Papa Francesco varranno solo durante l’anno santo. Ma costituiranno un precedente che potrà forse perdurare in futuro”.

I DUBBI DELLE ORGANIZZAZIONI PRO-LIFE

Sulla questione dell’aborto, la reazione più dura è quella giunta nella serata di ieri dal Regno Unito. In una nota firmata da John Smeaton, chief executive della Società per la protezione dei bambini non nati (SPUC), la maggiore organizzazione pro-life britannica, si legge che – pur essendo vero che “il permesso concesso ai sacerdoti ordinari di assolvere l’aborto senza consultare i propri vescovi non è senza precedenti ed è già stato concesso in diverse realtà – la preoccupazione è che “un permesso troppo diffuso possa essere interpretato come un segnale che la Chiesa stia ammorbidendo il suo insegnamento sull’aborto, che è il togliere la vita a un essere umano innocente. E’ molto importante, nel contesto del Sinodo sulla famiglia del prossimo messe, che non ci sia alcuna ambiguità circa l’insegnamento della Chiesa sulla santità della vita umana e sul male dell’aborto”.

IL PRINCIPIO E’ QUELLO DELLA “SALUS ANIMARUM”

Il principio che ha mosso il Papa, ha scritto su Vatican Insider Andrea Tornielli, è esclusivamente quello della “salus animaurm”, la salvezza delle anime. “Permettere durante il Giubileo a tutti i preti del mondo di assolvere il peccato di aborto, il cui perdono è riservato al vescovo o a qualche sacerdote da lui delegato, significa non lasciare nulla di intentato per intercettare e accogliere le donne che hanno abortito e agli uomini che hanno costretto, procurato o contribuito all’aborto. Far sì che qualunque chiesa a qualsiasi latitudine possa rappresentare un porto e un rifugio per queste persone, e che lì possano incontrare la misericordia del Padre senza essere reindirizzare presso altri preti. Far sì – scrive Tornielli – che nessuno si perda tra coloro che avvertono rimorso e pentimento”.

“MI FA SPECIE LA SORDITA’ DELLA CHIESA”

Sul tema è intervenuto, perplesso più che mai, anche Giuliano Ferrara, intervistato da Paolo Rodari per Repubblica. “E’ nel pieno diritto del Papa amministrare la misericordia come crede. E non ho nessuna imputazione da muovere al pentimento. Il clero, il sacerdozio consacrato, possono risolvere al loro interno, nel segno che il Papa ha scelto della misericordia, la questione. Questa cosa non mi fa nessuno scandalo. Diverso è commisurare questa linea della misericordia a una certa sordità culturale sull’aborto in generale. Questa sordità mi fa più specie. E qui sì auspicherei che la Chiesa e i governi del mondo proponessero azioni concrete per combattere questa piaga, per darle il nome che si merita”.

“UN TESTO INFORMALE PER DECISIONI FORTI”

Si tratta comunque di un “testo informale per decisioni forti”, scrive sul Corriere della Sera Luigi Accattoli. Una lettera che “ha il tono dimesso e nuovo dell’apparizione di Francesco al balcone dopo l’elezione”. Le decisioni che comunica “sono tutte nel segno dell’avvicinamento della Chiesa all’umanità tribolata e nel segno della semplificazione del linguaggio e delle norme. Ma non è una bolla, non è un motu proprio, non è una lettera apostolica, esce da tutte le forme della tradizionale decretazione pontificia”. Quanto al punto clou, Accattoli ricorda che “già i vescovi potevano concedere a tutti i sacerdoti, negli Anni Santi e in altre occasioni, la facoltà di assolvere quel peccato. Ma qualcuno lo faceva e qualcuno no: con la decisione di ieri il Papa ha dato a quella facilitazione la massima estensione”.

“DOCUMENTO PAPALE CON MENO FORMA E PIU’ SOSTANZA”

A ogni modo, prosegue Accattoli, “la lettera di Francesco è il documento papale con meno forma e più sostanza che sia mai stato fatto sul perdono giubilare, che una volta era anche detto perdonanza. Esso potrebbe anche avere un effetto liberante rispetto allo spinoso tema delle indulgenze, che sono state all’origine della protesta di Lutero e che divide oggi gli stessi teologi cattolici tra quanti le ritengono imprescindibili e quanti le vorrebbero abbandonare”.

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