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Tutte le interpretazioni distorte delle parole del Papa su conventi e Imu (mai citata…)

“C’è anche la tentazione del dio denaro. Alcune congregazioni dicono: ‘No, ora che il convento è vuoto, facciamo un hotel, un albergo, e possiamo ricevere gente, così ci manteniamo e ci guadagniamo‘. Ebbene, se vuoi fare questo, paga le tasse”.

L’INTERVISTA ALLA RADIO PORTOGHESE

E’ bastata questa frase di Papa Francesco, pronunciata nella lunga e articolata intervista concessa a Radio Renascença, emittente radiofonica cattolica portoghese, per portare i media italiani a scrivere che secondo il Papa anche i “conventi devono pagare l’Imu”. In realtà, il discorso di Bergoglio era più ampio ed era riferito all’accoglienza degli immigrati organizzata dagli enti cattolici. Finora, ha spiegato il Pontefice nell’intervista, solo quattro hanno aperto le porte ai poveri e ai rifugiati dopo l’appello che aveva lanciato ormai due anni fa visitando il Centro Astalli, a Roma. “Quattro solamente, uno dei gesuiti. Hanno fatto molto bene i gesuiti. Ma il problema è serio”. Il Papa non ha fatto altro che ribadire che i conventi vuoti (e ce ne sono parecchi) dovrebbero essere utilizzati per accogliere chi non può permettersi un tetto o scappa da un conflitto. E se un convento, anziché essere adibito a questo scopo, viene trasformato in albergo, deve pagare le tasse. Se un immobile svolge attività commerciale, è il ragionamento di Francesco, deve pagare la tassa sugli immobili.

LA NORMATIVA VIGENTE

Sulla Stampa, Andrea Tornielli ha ricordato che “la normativa fiscale delle strutture legate alla Chiesa ha subito diversi mutamenti. Dall’esenzione totale, si è passati prima a una non imposizione nel caso in cui l’attività alberghiera o commerciale fosse accompagnata anche da un’attività religiosa. Poi, per rispondere alle sollecitazioni dell’Unione europea, il governo Monti aveva ribadito che l’Ici-Imu andava pagata per gli edifici commerciali, nel caso cioè in cui i servizi vengano offerti gratuitamente o a un pezzo inferiore alla metà di quello di mercato nella zona”.

L’ESULTANZA DEI RADICALI

Esultano i Radicali italiani, attraverso le parole del loro presidente, Riccardo Magi, il quale ricorda che “Il 40 per cento delle circa 300 strutture alberghiere gestite da religiosi (con i comfort e i prezzi anche di un hotel a 4 stelle) non ha mai versato l’Imu e un altro 20 per cento lo versa irregolarmente”. Si tratta, avevano aggiunto Magi e il segretario radicale a Roma, Alessandro Capriccioli, di una “realtà davvero sconcertante”.

“MA NON SI RIVOLGEVA ALL’ITALIA”

Per il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, il discorso è più complesso: “Le parole del Papa non erano rivolte all’Italia. Noi questo problema lo abbiamo chiuso: le attività a fini di lucro devono pagare. E la frase del Papa è quella detta e ripetuta dal cardinale Bagnasco”. Quanto al contenzioso, per Tarquinio “ogni volta che è stato contestato un caso specifico dai radicali abbiamo dimostrato sul nostro giornale che l’Ici era stata pagata, addirittura pubblicano di bollettini. Se poi la questione è tassare il no-profit è un altro discorso”.

LA DIFFERENZA CON LE SCUOLE RELIGIOSE 

Da sottolineare come il Papa abbia ben distinto gli immobili a carattere commerciale dagli istituti scolastici: “Una scuola religiosa non paga le tasse perché il religioso è esente dal pagarle, ma se lavora come hotel, che paghi le tasse, come qualsiasi altra persona. Sennò l’attività non è molto sana”. Sulla questione era intervenuto, lo scorso luglio, anche il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, dopo la sentenza della Corte di Cassazione che aveva riconosciuto la legittimità della richiesta dell’Ici avanzata dal Comune di Livorno agli istituti scolastici del territorio gestiti da enti religiosi. “Una sentenza pericolosa che limita la garanzia di libertà sull’educazione che tanto richiede anche l’Europa. Chi prende decisioni, lo faccia con meno ideologia. Perché ho la netta sensazione che con questo modo di pensare, si aspetti l’applauso di qualche parte ideologizzata. Il fatto è che non ci si sta rendendo conto del servizio che svolgono le scuole pubbliche paritarie”, aveva detto Galantino.

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