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Perché non mi convincono le reprimende dell’Unar a Meloni e Bernardini

Francia e Regno Unito hanno deciso di attaccare il Califfato con raid aerei. Matteo Renzi ha subito messo le mani avanti: l’Italia non parteciperà perché è contraria ad inventi spot (sic!). Il premier ha proprio scelto il giorno adatto per squagliarsela: ora e sempre 8 settembre.

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Almeno Massimo D’Alema, da presidente del Consiglio, non si fece venire dei complessi quando chiesero all’Italia di partecipare ai bombardamenti sulla Serbia.

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Parliamo ancora dell’UNAR, l’Ufficio governativo che ha il compito di denunciare le discriminazioni antirazziali. Nei giorni scorsi ha pubblicamente redarguito Giorgia Meloni, la quale si era limitata a proporre una linea (forse discutibile) di  politica dell’immigrazione. Poi è stata la volta dell’ex leghista Manes Bernardini – ora a capo di una lista civica a Bologna – reo di aver usato la parola ‘’Zingaropoli’’. Suggeriamo ai serafici funzionati dell’UNAR di stare alzati la sera per fare zapping tra i talk show che le diverse reti ci propinano, radunando, intorno ad un microfono e ad una telecamera, tanti quidam de populo strapaesani assatanati contro i profughi e i rifugiati. In quelle trasmissioni l’odio razziale si potrebbe tagliare con il coltello. Anche perché viene alimentato dai conduttori.

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Con la nuova disciplina dei controlli a distanza è stato sconsacrato un altro santuario dell’antico regime di tutela del lavoratore e si è aggiunta un’ulteriore innovazione ad arricchire, sul piano politico,  il jobs act.  La sinistra non pentita si è scagliata, questa volta, contro la minaccia del ‘’grande fratello’’, riproponendo, nella sostanza, l’impostazione contenuta nello Statuto dei lavoratori, che aveva permesso (in occasione di vicende giudiziarie clamorose)  di considerare illegittimo il licenziamento di lavoratori sorpresi a rubare attraverso i circuiti di telecamere interne. Giustamente, da ora, l’utilizzazione dei mezzi audiovisivi potrà valere anche a  fini disciplinari, pur in un contesto di controllo sociale, di puntuale informazione individuale e di rispetto della privacy.

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