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Sanità, bugie e verità

Perché si arriva al punto di mistificare la verità in termini di sprechi e spesa sanitaria? Ebbene, partendo dalla “perla” della (futura) negazione – da parte del SSN – della erogazione di 108 prestazioni ritenute “inappropriate”, per ottenere un risparmio presunto di 300 milioni di euro (su 110 miliardi di spesa sanitaria), si è passati, durante Porta a Porta, all’accusa ai medici di essere i responsabili unici dell’acquisto di apparecchiature costose, inutili, sotto-utilizzate.

In questo, si sono distinte il ministro Lorenzin, la presidente del Consiglio Superiore di Sanità (noto organo di nomina politica), e financo il giornalista principe di Rai 1.

“Prestazioni inutili” in una Italia in cui il contenzioso medico legale è in continua crescita, perché il “paziente  od i parenti ci provano….”? Prestazioni inutili, sulla base di linee guida “teoriche” e “non universalmente accettate”, che non tengono conto della specificità del singolo paziente e del dovere del medico di agire secondo scienza e coscienza? Medici che farebbero acquistare apparecchiature inutili?

Che interesse avrebbe un medico dipendente a comperare apparecchiature inutili, quando il suo stipendio è costituito per il 95% da voci stipendiali non legate alle prestazioni strumentali?

Dal presidente dell’ANIA abbiamo appreso che il costo di una polizza professionale medica sarebbe di 800-1000 euro/anno, tranne rare eccezioni (ginecologi, ortopedici, chirurghi plastici). Non è vero. Sfidiamo costui a produrre le tabelle. Noi sappiamo che anche un semplice internista, che faccia attività bioptica o un’interventistica medica (es. cardiologi) paga un prezzo nettamente superiore a questo, per non parlare dei costi delle polizze dei chirurghi tutti. Ma non si tratta solo di un problema di costi.

Chi riceve un avviso di garanzia vede sconvolta la sua vita, personale e professionale. Non per mesi, ma per anni. Per finire poi “assolto” nel 90% dei casi, dopo aver speso un mucchio di denaro e dopo aver sprizzato bile dai pori della sua pelle, per anni. Provare per credere. Da ultimo (per ora, ma solo per ora). Siamo proprio sicuri che, per risparmiare sulla sanità, non si possa agire in modo diverso?

Cambiando la riforma del 1978; dimezzando il numero delle ASL (da circa 300 a circa 150) – ovvero contenendo i costi amministrativi-; riducendo la presenza della politica nella gestione; chiudendo gli ospedali piccoli (meno di 200 letti) e vecchi; ristrutturando la rete ospedaliera e la distribuzione provinciale delle specialità; creando una rete di poliambulatori; ridando fiducia agli operatori, medici e non; modificando il titolo quinto della Costituzione; varando una legge seria, definitiva e moderna sulla responsabilità professionale del medico, copiandola dai Paesi vicini.

La sanità, infatti, deve essere garantita in modo uniforme in tutta Italia. La sanità regionale di oggi premia i cittadini del Nord rispetto a quelli del Centro Sud: non è una bestemmia, è una verità. Ma che crea figli e figliastri, tra i malati.

Lorenzin, non servono “pecette” ma decisioni drastiche, possibilmente condivise con i medici e con i cittadini. Serve una nuova riforma sanitaria; servono nuovi standard ospedalieri alla Donat Cattin.

Già, ma rispetto a quelli di ieri, i politici attuali (da Renzi alla Lorenzin) sono tutti degli gnomi.

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