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Xi seduce i colossi hi tech Usa (nonostante le tensioni cyber)

Nel giorno in cui Papa Francesco lascerà la capitale americana per dirigersi a New York – direzione Onu -, domani un altro leader mondiale giungerà alla Casa Bianca: il presidente cinese Xi Jinping.

I DOSSIER SINO-AMERICANI

I dossier comuni sulle scrivanie delle due potenze sono noti da tempo, ma in cima alla lista degli argomenti caldi, come si evince dalle cronache, permangono i molteplici attacchi hacker a società statunitensi e agenzie governative (come il recente furto di dati di milioni di dipendenti federali), ma anche l’aggressività di Pechino nello spionaggio industriale sponsorizzata dal governo a beneficio delle imprese cinesi, come sottolinea il South China Morning Post. Tutti problemi diventati nel tempo una fonte di tensione crescente. Nelle scorse settimane s’è più volte parlato della possibilità (non scartata del tutto per il futuro) che gli Usa potessero addirittura sanzionare la Cina prima della visita di Xi. Molto più probabile, invece – rimarca il New York Times – che la temuta cyberwar tra Washington e Pechino non inizi mai. Le due potenze starebbero infatti negoziando un’intesa per il controllo degli armamenti nel cyberspazio, impegnandosi a non utilizzare per primi armi informatiche.

I PUNTI DI CONVERGENZA

Tuttavia nei rapporti tra Washington e Pechino non ci sono solo problemi, ma anche proficui settori di collaborazione, come quello tecnologico, fonte di un vero “paradosso”. Quello hi tech, spiega il Wall Street Journal, è uno dei pochi business sino-americani che non sembra rallentare, nonostante le tensioni cyber e le divergenze in tema di politica economica (Washington preme da tempo perché la Repubblica Popolare adotti un modello più autosufficiente sostenuto dalla domanda interna e meno dalle esportazioni, per consentire un maggiore accesso al suo mercato alle aziende americane). Ieri da Seattle, nell’ambito del suo tour statunitense iniziato il 22 settembre, Xi ha spiegato che la Cina continuerà a creare grandi opportunità per le società tecnologiche Usa. Parole giunte direttamente alle orecchie dei destinatari, perché ad ascoltarlo, al Paulson Institute, c’era il “gotha” dei ceo dei principali gruppi americani e cinesi: Tim Cook di Apple, Satya Nadella di Microsoft, Jeff Bezos di Amazon, Mark Zuckerberg di Facebook e John Chambers di Cisco. Ma anche il numero uno di Alibaba, Jack MaRobin Li di Baidu e Pony Ma di Tencent.

LA STRATEGIA DI XI

Il tema, però, potrebbe creare una nuova spaccatura tra big della Rete e la Casa Bianca, dopo quelli sulla crittografia e sul controllo del cyberspazio da parte delle agenzie d’intelligence. Come ricordava già lo scorso anno il Financial TimesBarack Obama chiede da tempo alle aziende Usa di premere maggiormente affinché il governo cinese cambi marcia e diventi più trasparente nella gestione di internet.

NUOVE COLLABORAZIONI

Sembra invece che i colossi del web siano maggiormente sedotti dalle promesse di lauti guadagni ventilati da Xi, che ieri, ha ascoltato i commenti, i pensieri e le preoccupazioni degli ad per i loro rapporti commerciali con la Cina, mentre osserva nascere tante nuove intese proprio nel settore della tecnologia (non solo di internet). Diversi gruppi americani – ricorda Business Insider – stanno siglando contratti di collaborazione con i colossi di Pechino: ad esempio quello di Microsoft con Baidu (il “Google” cinese), che diventerà il motore di ricerca degli utenti cinesi del browser Edge. Mentre è delle scorse ore la notizia, diffusa dall’agenzia Xinhua, che il gigante dell’aerospazio Boeing venderà 300 velivoli a vettori della Repubblica Popolare, dove aprirà anche un centro di assemblaggio.



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