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Finmeccanica, tutti i dossier atlantici sulla scrivania di Moretti

In tema di Difesa, l’Atlantico è sempre più stretto. E in questa prospettiva ha un ruolo in Italia il gruppo Finmeccanica presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’amministratore delegato Mauro Moretti, al centro di un riassetto.

LA GARA PER GLI ADDESTRATORI

Dopo il silenzio degli scorsi mesi, la stampa è tornata a parlare in questi giorni della gara per il mega ordine da circa 11 miliardi di dollari per la sostituzione dell’intera flotta di addestratori della US Air Force. L’obiettivo del Pentagono è di far partire il programma nel 2016, con l’avvio della gara previsto invece entro fine anno. Piazza Monte Grappa vi partecipa con l’M-346 interamente sviluppato da Alenia Aermacchi e, in caso di assegnazione della gara, ha spiegato Luca Pagni su Affari e Finanza di Repubblica, “l’obbligo sarà di costruire gli apparecchi nel territorio Usa”, senza “lavoro per gli operai e i tecnici italiani”, ma con “una svolta per i conti di Finmeccanica”.
La strada resta comunque in salita, secondo diversi osservatori. A marzo, General Dynamics si era ritirata da prime contractor nella gara per il Trainer-X program (T-X) nella quale si presentava assieme ad Alenia, riducendo – ma non annullando – di colpo le chance di Piazza Monte Grappa e costringendola a cambiare strategia, come aveva evidenziato su queste colonne l’ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare Leonardo Tricarico.

LA COMMESSA DI SELEX ES

Si vedrà. Quel che è certo, evidenziano molti addetti ai lavori e lo stesso giornalista del quotidiano la Repubblica, è che i rapporti di Finmeccanica con il primo mercato al mondo per la spesa in Difesa e Sicurezza – quello statunitense – vanno a gonfie vele. A testimoniarlo c’è soprattutto un contratto della settimana scorsa, ancora fresco, di cui non s’è parlato molto, “ma di grande valore”. Attraverso Selex Es, il colosso italiano guidato da Moretti si è aggiudicato un contratto del valore di 19 milioni di euro. Il programma, denominato NATO Computer Incident Response Full Operational Capability, garantisce la sicurezza delle informazioni dalle minacce di attacchi cyber in 52 siti NATO dislocati in 29 Paesi. E, come ha spiegato una nota del gruppo, in base al nuovo accordo, il servizio verrà esteso nei prossimi due anni a una serie di altri siti e sedi dell’Alleanza. Operativo da maggio 2014, il programma rafforzerà la posizione dell’azienda in un mercato in fortissima crescita e rappresenta la più grande iniziativa di cyber security mai realizzata al di fuori degli Stati Uniti.

IL FUTURO DI DRS

C’è infine il dossier Drs Technologies, forse il più delicato tra quelli atlantici sulla scrivania di Moretti. L’ad di Finmeccanica non ha ancora deciso cosa fare della società acquistata per 5,2 miliardi di dollari (4,64 miliardi di euro) nel 2008. L’estate scorsa – ricordava Milano Finanza – l’ad di Finmeccanica, aveva ipotizzato “che tutta o parte della controllata Usa avrebbe potuto essere venduta nell’ambito di un programma di revisione delle attività e di riduzione del debito”. Un’ipotesi su cui in seguito – come raccontato da Formiche.net -, Moretti è sempre stato prudente. Per il top manager, infatti, venderla non è obbligatorio, anche perché la società è tornata ad avere una redditività positiva, ma dipende da alcune condizioni. In particolare la possibilità di incidere sulla sua direzione industriale, negata a suo tempo dalle autorità Usa in virtù della delicatezza del raggio d’azione di Drs, attiva nella realizzazione di componenti elettronici per la difesa americana e diverse agenzie d’intelligence. Finché la controllata continuerà a distribuire dividendi, la scelta sul suo futuro potrà essere rimandata, ha rimarcato Repubblica. In caso contrario Moretti deciderà se vendere (probabilmente a una compagnia Usa o di un Paese di pari affidabilità) o se chiedere di contare di più nelle decisioni strategiche di Drs.

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