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Che cosa penso del part time per gli over 63. Il commento di Cazzola

Lavoro cassimatis, GIULIANO CAZZOLA

L’idea di consentire il passaggio a part time per gli ultrasessantatreenni non solo non è nuova, ma, in pratica, è ripetitiva di una norma già operante, prevista dal decreto sugli ammortizzatori sociali in attuazione del Jobs act (articolo 41 del dlgs n.148/2015).

Nel contesto  della stipula – a livello aziendale da parte delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative – di un ‘’contratto di solidarietà espansiva’’ sarà possibile introdurre una forma di pensionamento anticipato per quei lavoratori  che abbiano un’età inferiore a quella prevista per la pensione di vecchiaia di non più di 24 mesi e abbiano maturato i requisiti minimi di contribuzione per la pensione di vecchiaia. Si tratta, dunque, di un mix tra lavoro (a part time) e pensione, rivolto a  nuove assunzioni e in una prospettiva di invecchiamento attivo.

Limitatamente al periodo di anticipazione, il trattamento di pensione è cumulabile con la retribuzione nel limite massimo della  somma corrispondente al trattamento retributivo perso al momento della trasformazione del rapporto da tempo pieno a tempo parziale.  Se è più conveniente rispetto al calcolo della pensione, è ‘’neutralizzato’’ il numero delle settimane a part time.

Che senso ha, allora, tornare su di un problema già affrontato?

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