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Da Spotify a Netflix, una soluzione alla contraffazione digitale

Due eventi apparentemente non collegati ma invece molto coincidenti sono quello tenutosi ieri a Roma, alla Festa del cinema, organizzato da Nuovo Imaie, la collecting degli artisti interpreti, e quello previsto questa sera a Milano: il party di lancio di Netflix in Italia.

La pirateria cinematografica è ancora un fenomeno particolarmente esteso e l’offerta legale online non sembra per ora riuscire a costituire una seria alternativa e molti ripongono fiducia nell’apparire dello Spotify del cinema sul territorio italiano.

Forse dovremmo proprio osservare quanto accaduto all’industria musicale, dove, negli ultimi due anni in Italia, la tendenza negativa è stata invertita e l’offerta digitale ha superato la pirateria.

Nei primi nove mesi del 2015 è nuovamente cresciuto, con un deciso 24 %, anche il segmento dei cd musicali, dato da tempo come spacciato. Questo oltre alla decisa e continua corsa del segmento digitale, guidato dallo streaming.

Allo stesso tempo la pirateria, al 27 % fino a pochi anni fa, è scesa al 17 %. Un risultato che in buona parte è dovuto alla notevole offerta di contenuti su diverse piattaforme e ai modelli di business innovativi apparsi anche sul nostro mercato.

Il primo importante passo per sottrarre clienti alla pirateria è ovviamente l’offerta di contenuti legali senza delay temporali. Oggi un album musicale esce addirittura in contemporanea in tutto il mondo il venerdì e questo sicuramente è stato un segnale importante per i consumatori. A questo si aggiunge l’ampia offerta sulle piattaforme di download e streaming, oggi con oltre 43 milioni di brani, continuamente aggiornati. Ogni uscita arriva in contemporanea su servizi streaming, download, in formato CD e spesso anche in vinile.

Il ritorno del CD è anch’esso in parte attribuibile alla rivoluzione digitale.

Social media come facebook e twitter sono diventati formidabili strumenti virali di marketing con i quali i fan confluiscono verso i negozi per quelle esperienze esclusive che sono gli instore, ovvero gli incontri con gli artisti dove oltre a farsi un selfie i fan possono farsi firmare una copia dei dischi.
Migliaia di fan assaltano i megastore alla disperata caccia di una foto da rilanciare su instagram o su FB e ottenere una copia firmata del CD.

Questo modello promozionale integra streaming e prodotto fisico, ovvero servizi come Spotify, deezer o YouTube diventano ulteriori mezzi di promozione, con i vari singoli in anteprima e trascinano poi il fan verso l’acquisto del prodotto fisico, una vera prova tangibile della passione verso il proprio beniamino.

La rivoluzione nel settore musicale diventa così un ottimo modello per altri mercati alla ricerca di una soluzione alla contraffazione digitale.


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